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Cronaca

JESI Centro storico: le richieste dei residenti ai candidati Sindaci

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«Serve un salto di qualità per rilanciare e riqualificare il nucleo antico», spiegano: e lunedì scorso l’incontro con il candidato Fiordelmondo

JESI, 16 aprile 2022 – «Serve un salto di qualità per rilanciare e riqualificare il nucleo antico» della città. Così i residenti del centro storico lanciano un appello ai candidati Sindaco per le prossime elezioni amministrative del 12 giugno.

Lunedì scorso, alla Casa del Popolo, il primo incontro tra i residenti e il candidato del centro sinistra, Lorenzo Fiordelmondo, al quale hanno presentato un documento ricco di spunti.

«Senza la percezione dell’insediamento romano, senza la zona medievale, senza le mura che abbracciano il centro storico, Jesi come luogo di nascita di Federico Il e luogo del cuore, sarebbe un posto anonimo segnalato appena sulle cartine stradali. Per questo riteniamo che focalizzare l’attenzione sul centro storico è interesse di fronte alla città che ne verrebbe arricchita tutta, da Borgo Minonna a Colle Paradiso, da San Giuseppe a Ponte Pio».

Un progetto specifico, dettagliato, di breve, medio e lungo termine, che possa «rilanciare il centro storico sotto tutti gli aspetti, che si caratterizzi dal punto di vista architettonico, culturale e sociale. Serve un salto di qualità per rilanciare e riqualificare il nucleo antico dal punto di vista abitativo, rendendolo attrattivo e unico».

Quindi, le richieste: figure professionali capaci di intercettare fondi importanti e quindi intervenire sul vecchio sistema fognario, il rifacimento della pavimentazione, abbattimento delle barriere architettoniche, curando di recuperare e adeguare alla pubblica fruibilità in previsione di usi sociali, culturali, turistici, ricettivi, grandi contenitori architettonici «oggi ancora senza chiari progetti di funzionalità».

Sul piatto dunque il vecchio ospedale lungo Corso Matteotti, il Mercato ortofrutticolo (“delle Erbe”), Palazzo Carotti, il Complesso Mestica con annesso ex museo archeologico e del Teatro Moriconi, il Cantinone di via San Marino, che potrebbe essere anche valido «centro di aggregazione» visto che qui non è presente una struttura di questo tipo. E ancora: agevolazioni per chi vi viene ad abitare che permettano le ristrutturazioni anche delle zone “più antiche” favorendo investimenti abitativi meno precari e di sostanziale interesse per l’ambiente architettonico-urbanistico in cui si è inseriti.

«No a nuove costruzioni, per favorire la ristrutturazione dell’esistente, prevedendo anche lo stop alle variazioni d’uso per favorire, anche con deroghe al Piano regolatore, l’apertura di locali destinati al commercio anche di attività artigianali e/o di prodotti tipici all’interno della cinta muraria, eliminando esasperanti vincoli che, per dirne uno, impediscono di utilizzare locali per questione di pochi cm di altezza. E, per chiudere quest’argomento, confronto con l’Erap per capire il ruolo di questo carrozzone regionale nella gestione del patrimonio immobiliare che gli è stato affidato, come ad esempio il palazzo ex Carcerette che da anni versa in uno stato di degrado e completo abbandono».

Focus anche sulla movida molesta.

«Controlli e regole per i fine settimana della movida per far convivere divertimento e socialità con il diritto dei residenti al riposo e alla sicurezza. Prevedere a questo proposito, zone dove insediare nuovi locali senza contrapposizione con residenti, come potrebbe essere in ampia parte la Zipa; Jesi Servizi, gestione della raccolta rifiuti e pulizia della città: si ricorda che solo nel centro non c’è il porta a porta, ancora orrendi contenitori di plastica, spesso in bella mostra o nascosti ma purtroppo ultimamente spesso mal funzionanti. Parcheggi: grande e annoso problema, intanto riproponiamo di portare tutta Baccio Pontelli in Ztl».

E la presenza di piccioni.

«Problema ormai al limite del pericolo sanitario con tutto il centro storico lordato dal loro guano. Cura e fruibilità delle “aree verdi” che sono parte sostanziale dell’arredo urbano. Utilizzo della parte residua del lascito Morosetti: a quanto ammonta la rimanenza post trasferimento della fontana e come sarà impiegata per la città?».

«“Vasto programma” dirà qualcuno. E’ vero ma Jesi, dopo, tanto tempo ha bisogno di rinascere e, secondo noi, è proprio dal rifiorire del suo “Centro antico” nevralgico che può trovare l’orgoglio e la passione per la propria identità».

(Redazione)

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