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JESI CLUB NOVA AESIS, INAUGURATA LA NUOVA STAGIONE DI INCONTRI

Alla conviviale del Circolo Cittadino si è parlato di Green Economy con l’agronomo Amleto Fioretti e l’imprenditore Bruno Garbini

JESI, 29 ottobre 2019 – Dopo la pausa estiva – con l’arrivederci che era stato consumato al centro ippico Circolo della Natura il 4 luglio scorso – sono ripresi gli incontri del Club Nova Aesis, che ha inaugurato la stagione 2019-20 giovedì scorso, 24 ottobre, al Circolo Cittadino.

Ospiti della conviviale l’agronomo Amleto Fioretti e l’imprenditore Bruno Garbini, padre del Progetto Arca, insieme a Enrico Loccioni e Giovanni Fileni.

Un momento della conviviale di Nova Aesis al Circolo Cittadino

Serata, alla presenza del presidente del sodalizio, Fabio Bertarelli, e del vice, Giancarlo Catani, che ha avuto per tema l’agricoltura fra tradizione e green economy per sondare anche l’apporto costituito da progetti di nuove iniziative. Agricoltura che – come ha sottolineato nel suo interessante intervento Fioretti – va coniugata con modelli di sviluppo ecocompatibili che possano garantire non solo la sicurezza alimentare ma anche la protezione e la conservazione delle risorse naturali.

Lo sguardo è dunque rivolto alla «tutela della fertilità del suolo, alla biodiversità, ai prodotti di qualità certificata, a redditi adeguati e all’educazione ambientale e sociale. Uno sviluppo organico nel quale la tecnologia è componente importante come elemento innovativo  per progetti che incrementino la Green Economy con un basso fattore di inquinamento».

Il progetto Arca – Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente – è stato concepito nel 1988, una pausa di alcuni anni, poi il compimento nel 2016.

In prima battuta l’imprenditore Bruno Garbini aveva gettato le basi per dare vita all’Avitalia, l’unica unione di produttori di ispirazione agricola perfettamente in linea con i principi dell’Ue. Tre anni fa, insieme a Enrico Loccioni e Giovanni Fileni, il progetto Arca si è consolidato.

«Riportare la terra a profumare» questo è un nostro obiettivo, ha sottolineato Garbini il quale ha spiegato pure che «per farlo è necessario abolire la chimica e l’aratro che distrugge la terra, preferendo una meccanizzazione leggera per strigliare e non rovesciare la zolla».

Con un sogno nel cassetto: «Le nostre colline possono e devono diventare patrimonio dell’umanità».

(p.n.)

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