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Jesi Il generale Vannacci: libro, polemiche, applausi e autografi

Sala gremita per il suo arrivo, presentazione del suo secondo volume e discussione sui temi che hanno suscitato tante reazioni

Jesi – Una presenza, quella del generale Roberto Vannacci a Jesi, che ha subito dovuto fare i conti con le polemiche montate prima del suo arrivo e le critiche di omofobo, guerrafondaio, istigatore all’uso delle armi, che da più parti in questi mesi gli sono state attribuite, sia con l’uscita del suo primo libro Il mondo al contrarioche con quella del secondoIl coraggio vince“, uscito lo scorso 12 marzo e presentato ieri sera all’Hotel Federico II.

A testimoniarlo è stata la presenza corposa delle Forze dell’ordine all’evento, per preservarne la sicurezza, ma tutto è filato via liscio. Domande incalzanti quelle della moderatrice e giornalista Barbara Prampolini che, una ad una, ha sottoposto le tematiche calde dei suoi libri all’autore.

Tematiche al centro delle polemiche che accompagnano questo personaggio ormai celebre, da un lato per le imprese svolte in ambito militare come generale incursionista, dall’altro per le prese di posizione perentorie su argomenti scottanti quali le differenze etniche, l’immigrazione, l’ambientalismo, la difesa della patria, l’omosessualità, il patriarcato.

Con le sue affermazioni sempre in bilico tra patriottismo e la caduta nel pregiudizio razzista e di genere, ha dimostrato una dialettica presidenzialista, alla stregua di una campagna elettorale, che spiega anche le illazioni su una sua possibile candidatura politica.

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A presentare l’ospite, nell’ambito dell’evento promosso dal Comitato “Il Mondo al Contrario”, Andrea Aquili di Marche in Movimento, che lo ha descritto come un personaggio che manifesta una “voce contro” rispetto a una nuova generazione che sta rinunciando alla difesa dei canoni dell’identità nazionale, ai valori di un Paese che trae la sua grandezza proprio dalle radici storiche e dalle tradizioni culturali.

«Oltre 300mila copie vendute per Il mondo al contrario», ha sottolineato la giornalista Barbara Prampolini che ha preso spunto da alcuni brani tratti dal primo libro del Generale e dal nuovo, di recente pubblicazione – Il coraggio vince – per sanare insieme a lui alcune questioni estrapolate dai contenuti dei testi, fonte di polemica da parte dell’opinione pubblica e di alcuni schieramenti politici.

Tra le frasi più contestate, quella relativa alla pallavolista Paola Egonu «[…] anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può invece scorgere in tutti gli affreschi, i quadri e le statue che dagli etruschi sono giunti ai giorni nostri», frase per cui è stato tacciato di razzismo.

«Nel mio libro parlo delle differenze etniche come un valore che va esaltato – ha spiegato Roberto Vannacci durante il convegno -, le differenze d’altra parte costituiscono il motore del mondo, la maggior parte degli eventi a cui assistiamo in natura nascono dalle differenze di potenziale elettrico o di pressione, così è per le tradizioni o i tratti somatici di ogni popolazione che la distingue e la identifica rispetto a tutte le altre».

«Paola Egonu, anche se cittadina italiana e atleta che stimo per il suo talento sportivo nel rappresentare la pallavolo italiana, non rispecchia i tratti somatici dell’italianità, questo è un dato reale, ma attenzione, parlo di differenze somatiche che non hanno a che vedere con la discriminazione, che va a ledere i diritti e la dignità umana».

Altri temi scottanti che emergono dai suoi testi, sono senza dubbio l’ambientalismo «che punta a distruggere la società occidentale, così come il femminismo», ha detto il generale, la difesa dei confini della patria dal fenomeno dell’immigrazione e il tema dell’omosessualità.

«Non contesto la liceità dell’omosessualità, prendendo in prestito l’espressione dei nostri antenati latini De gustibus non est disputandum, ma quello che non approvo è il clamore con cui le pratiche omossessuali vengano divulgate e promosse, soprattutto giustificandole con il tema della percezione, andando a prevaricare il senso comune».

«Per fare qualche esempio spicciolo, se un uomo si sente donna ha diritto a stare nello spogliatoio delle donne, perché omosessuale, ma sei io uomo etero ho sessant’anni e mi sento quarantenne non posso modificare i miei dati nella carta d’identità», ha specificato per dimostrare che secondo lui ci sarebbe una tutela di diritti maggiore per gli omosessuali che per gli etero.

La frase più contestata del libro «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!», evidenzia come il generale si interroghi sul carattere di “normalità” e “naturalità” dell’omosessualità e del transgenderismo. Che, a suo dire, per puro calcolo statistico non possano rappresentare la norma, ma l’eccezione.

Un uomo a cui, se dobbiamo dare un merito, è senza dubbio quello di portare avanti con coraggio le proprie idee – anche quelle più estreme – nella consapevolezza di suscitare clamori e divisioni tra chi lo approva e chi aspramente lo critica.

A Jesi di fatto il generale ha trovato approvazione, il suo intervento ha riscosso i numerosi applausi del pubblico e un’altrettanto affollata coda dei presenti per ricevere un autografo o una dedica sui suoi libri, in vendita all’evento.

Tra le prime domande rivolte al generale da Barbara Prampolini, quella sulla scelta del titolo dell’ultima pubblicazione, Il coraggio vince.

«Il coraggio è un tema di grande attualità – ha detto Roberto Vannacci -. Il coraggio serve a raggiungere gli obiettivi e lo si dimostra nella vita quotidiana, lo dimostra chi si alza alle quattro per andare a bottega, chi lavora in ospedale, chi gestisce un’attività imprenditoriale. Il coraggio è una qualità che appartiene a tutti, va educato e stimolato, perché serve per affrontare la vita, i diritti nella storia non ci sono mai piovuti dall’alto ma sono stati conquistati con il coraggio, oggi vanno tenuti vivi e la libertà non ci viene assicurata per sempre».

Alle illazioni sulla sua possibile candidatura politica ha risposto: «Non la escludo ma comporterebbe per me un grande cambiamento di paradigma e anche di vita, la sto valutando insieme alle persone a me più care, la mia famiglia».

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