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JESI Progetto “OperaH” premiato, la festa dei protagonisti

L’emozione degli attori disabili della compagnia nel vedere e toccare il Premio nazionale inclusione 3.0 assegnato dall’Università di Macerata

JESI, 2 aprile 2022 Grande festa questa mattina per l’assegnazione del Premio nazionale inclusione 3.0 dell’Università di Macerata a OperaH, il percorso di Teatro sociale e Danza movimento terapia che la Fondazione Pergolesi Spontini organizza dal 2011 con un gruppo di adulti con disabilità fisica/intellettiva, utenti dei servizi socio-sanitari di Jesi e Vallesina.

Il premio valorizza realtà del territorio nazionale e internazionale considerate come le più rappresentative a carattere inclusivo, ed è stato assegnato a 15 progetti nazionali, da Aosta a Lecce, su 63 progetti candidati.

Per la Commissione scientifica del Premio, il progetto di Jesi rappresenta un’occasione di incontro, di stimolo emotivo e creativo, finalizzato all’inclusione e al benessere, che valorizza al tempo stesso la tradizione culturale e musicale promossa dal Teatro Pergolesi nel territorio.

Assegnato lo scorso 25 marzo al Teatro Lauro Rossi di Macerata, nell’ambito della Settimana dell’inclusione, il Premio nazionale inclusione 3.0 è stato ritirato dal direttore generale della Fondazione, Lucia Chiatti, e in video collegamento dall’assessore Marialuisa Quaglieri. E oggi, è arrivato ai partecipanti del progetto OperaH, giovani uomini e donne con disabilità medio-lieve, che stanno partecipando all’11esima edizione del progetto.

L’incontro si è svolto nella sede di Nuovo Spazio Studio Danza in Viale Don Minzoni al termine di uno dei tanti momenti del laboratorio di Teatro sociale e Danza movimento terapia.

A gioire per il grande traguardo raggiunto c’erano Lucia Chiatti, l’assessore Marialuisa Quaglieri, Sara Lippi operatrice Movimento danza terapia OperaH per Nuovo Spazio Studio Danza, Nora Bianchi assistente sociale responsabile Uoc disabilità Asp Ambito 9, Ingrid Iencenella psicologa-psicoterapeuta Asur Marche Av2Uoc Cure tutelari e responsabile Uos Umea ambito Fabriano-Jesi-Senigallia, Arianna Baldini operatrice OperaH per Atgtp, e alcuni degli operatori della Cooss Marche impegnati con i ragazzi.

Per Lucia Chiatti «il premio corona il dono che già ci avete fatto. E’ commovente vedervi fare questa danza. Il movimento danza terapia vi aiuta e vi rende più sicuri e coscienti dello spazio, in relazione a voi stessi. Un progetto che ci ha sorpreso».

Il ringraziamento all’Asp, al Comune di Jesi che ha iniziato il progetto 11 anni fa, all’Atgtp, al Nuovo Spazio Studio Danza: «Opportunità per scoprire le potenzialità del teatro nei riguardi del sociale».

Marialuisa Quaglieri ha sottolineato come «in questi cinque anni di assessorato ho visto crescere lo spettacolo, una soddisfazione enorme. Il premio è merito di tutti, questi ragazzi emozionano e fanno cose grandissime. Avere un contenitore come il Pergolesi che permette anche a persone speciali come voi di esibirsi, è bellissimo. Siamo tutti molto orgogliosi: un progetto che valorizza la partecipazione».

OperaH mette in relazione il melodramma con il sociale per costruire percorsi di integrazione e di benessere, attraverso un laboratorio, da febbraio a settembre, di Teatro e Danza movimento terapia realizzato dalla Fondazione. Nato nel 2011, il progetto non si è mai fermato nemmeno nei due anni di pandemia: dopo mesi di laboratorio, ogni anno va in scena anche uno spettacolo di “Social Opera” al Teatro Pergolesi, con gli attori disabili della compagnia “OperaH” sul palco e tanti ragazzi delle scuole superiori dietro le quinte, questi ultimi coinvolti nella realizzazione di costumi, scenografia, illuminazione e comunicazione grazie al progetto di alternanza scuola-lavoro “Banco di scena”.

Il laboratorio 2022 è tenuto da Simone Guerro (supervisore, regista, e operatore teatrale), Arianna Baldini (operatore teatrale) e Sara Lippi (operatore di danza movimento terapia). 

L’esito del laboratorio sarà un nuovo spettacolo al Teatro Pergolesi il prossimo settembre. Il progetto artistico di quest’anno parte dalle suggestioni offerte dall’opera Tosca di Giacomo Puccini ed affronta, nuovamente, una riflessione sull’arte come possibile via di uscita in situazioni di “pericolo”, “guerra” e “crisi”.

(e.d.)                                     

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