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Jesi Teatro Pergolesi, concerto affascinante e coinvolgente della Form

Pubblico entusiasta della performance dedicata al nuovo anno, richiesti alla fine tre bis

di Giovanni Filosa

Jesi, 6 gennaio 2023 – L’Orchestra Filarmonica Marchigiana, Form, riesce sempre a conquistare per la professionalità dei suoi Maestri, per la scelta dei brani e degli autori, per saper sfogliare al meglio le pagine liriche e classiche del vastissimo repertorio che frequenta, riuscendo a offrire – su di un piatto d’argento – un concerto affascinante e trascinante, come quello dedicato al nuovo anno svoltosi ieri al Pergolesi, oltre che a Fermo e Osimo precedentemente e domani, sabato 7 gennaio, a Fabriano.

Ecco, “Concerto per il nuovo anno” è stato il titolo che ha coinvolto, per il programma ad arte costruito, un pubblico che ha richiesto, alla fine, addirittura tre bis e, visto che non era manco tanto tardi, si poteva anche tirare oltre ancora un po’.

Scherziamo, erano stravolti gli orchestrali, il Maestro concertatore e direttore Jacopo Rivani,  il soprano lirico leggero Anastasiia Demchenko, che però saranno stati anche felici per gli applausi scroscianti e la standing ovation (in italiano sarebbe ovazione in piedi, ci sta meglio l’inglese…) tributata da un pubblico ultra affezionato. Si è passati da Rossini, col suo Barbiere e si è capito perché, sempre e comunque, le sue sinfonie in generale siano insuperabili, creandoti uno stato d’animo sospeso fra l’attesa e convinto che il compositore sta per regalarti un’opera (è il caso di dirlo) d’arte.

Poi Donizetti con “Don Pasquale”, il buon Verdi con “Un ballo in maschera”, preludio e canzone di Oscar, Strauss jr con una magistrale esecuzione dell’opera 449 “Pizzicato Polka”, Gounod con l’arietta valse “Romeo e Giulietta” e, dulcis in fundo, “Sul bel Danubio blu”.  Poi il Maestro Rivani saluta.

 Finita?

Macché, i frequentatori abituali dei concerti di Capodanno non si sarebbero schiodati dalla poltroncina né dai palchi se non avessero ascoltato il buon Strauss padre (tutto in famiglia…) e la sua famosa marcia, patrimonio culturale austriaco, quasi un inno ufficiale della nazione.

 Il Maestro ha diretto l’orchestra, che detto fra noi sarebbe andata anche da sola tanto era “in palla” e pimpante, e il pubblico, così che oltre che di Radetzky, è stata la marcia anche del Pergolesi. Inteso come pubblico pagante. 

Poi una chicca a me molto cara e non so ancora il perché, un piccolo grande gioiello che la Demchenkoha affrontato con la delicatezza e anche le asperità vocali che contiene. “O mio babbino caro” (Puccini anche qui è stato grande) ha dato alla serata anche un tocco di dolcezza infinita.

Che dire, la Form sarà anche commissariata e spero vivamente che riesca a superare questo periodo, questi prossimi mesi con cipiglio e volontà di chiudere la querelle che la coinvolge. Noi abbiamo bisogno di questi musicisti.  

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