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SOTTO ‘E LOGGE

asilo7Quando Cupra Montana era ancora Massaccio era presente nel paese un Teatro detto “Concordia”, un bel teatro con tanto di palchetti e poltrone confortevoli

che sorgeva sopra il vecchio Palazzo dei Priori, l’attuale Casa della Dottrina Cristiana,
era dotato di tre ordini di palchi per un totale di 32 ed era considerato, per le attività che ci si volgevano, il cuore culturale del paese, un cuore pulsante a pieno ritmo nonostante l’arretratezza del paese, da sempre entusiasta delle rappresentazioni teatrali.
Maggiori notizie più dettagliate sul teatro Concordia, possono essere reperite sul testo pubblicato dalla collana “LA PIEVE” nel 1996 intitolato “ Il teatro a Cupramontana” e scritto a quattro mani dal Dottor Riccardo Ceccarelli e dal Sig. Delfo Dottori
Anche oggi la gente ha conservato per il teatro una vera e propria passione, al punto che negli anni si sono susseguite numerose compagnie teatrali locali che oltre ad esibirsi nel Teatro Concordia, non hanno disdegnato l’esibirsi anche nei paesi limitrofi.
Sia che si chiamasse Massaccio sia che si chiamasse Cupra Montana, come si evince scorrendole pagine della storia suddetta, qualsiasi rappresentazione ha sempre ottenuto un lusinghiero successo di pubblico; drammi commedie brillanti, teatro dialettale hanno da sempre suscitato un forte richiamo sui cuprensi che magari utilizzavano le vicende rappresentate per uscire, immedesimandosi nei vari personaggi, dalle preoccupazioni quotidiane.asilo3
È questo poi lo scopo che si prefigge chi fa teatro sia come autore che come attore: quello di educare le persone a dare il meglio, a cogliere gli insegnamenti della vita, ad interagire con gli altri.
Cupra ed il teatro hanno sempre avuto un buon rapporto anche se magari saltuario nel tempo per i danni subiti dalla storia, dall’incuria degli uomini e dagli insulti derivanti dal menefreghismo degli stessi; si sono sempre cercati e riconosciuti e rimangono sempre come amanti sospesi nel tempo meravigliati magari del fatto di esistere ancora e di portarsi reciprocamente nel cuore.
(Pietro Anderlucci)

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