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JESI ROCCO PAPALEO E MASSIMILIANO BRUNO TRAVOLGENTI ALL’HEMINGWAY THEATRE (VIDEO)
29 Agosto 2016
JESI, 29 agosto 2016 – La serata è iniziata ben prima dell’orario ufficiale delle 21.15 all’anfiteatro di piazza delle Monnighette.
Rocco Papaleo, infatti, nei minuti precedenti, se ne è stato tranquillamente tra il pubblico che arrivava per trovare posto nella splendida location all’aperto che andava via via riempendosi sino al tutto esaurito.
Ha bevuto birra all’Hemingway Cafè di Davide Zannotti, chiacchierato con tutti quelli che gli si sono avvicinati, si è prestato a foto e selfie, ha gironzolato per la piazzetta salutando, stringendo mani, soffermandosi con chiunque.
E lo spettacolo, Blues, che chiudeva il cartellone gratuito dell’Hemingway Theatre, in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini, ha mosso i primi passi sotto il palco, a contatto proprio con il pubblico, tra il quale non poteva mancare l’amministratore delegato della Fondazione, William Graziosi. Con lui anche lo show maker Franco Dragone in questi giorni a Jesi per un work shop.
E questo contatto è stato il filo conduttore delle due ore e mezza scivolate via in un crescendo coinvolgente.
“Non spegnete i cellulari – ha esordito dal palco – e vi prego, rispondete se vi chiamano. Se la musica, poi, è troppo alta e vi disturbiamo, ditecelo, provvederemo…”.
Con lui Massimiliano Bruno, attore, sceneggiatore (“Notte prima degli esami“), autore teatrale e televisivo (“Nessundorma” su Rai 2), regista.
I due, alternandosi, hanno raccontato pezzi della loro vita, con la verve, l’ironia, il pensiero, la tristezza, l’entusiasmo, le suggestioni come soltanto “l’entertainment meridionale sa fare“.
Uno spettacolo di musica e parole, con Papaleo alla chitarra, Arturo Vallante al pianoforte e Guerrino Rondolone, contrabbasso. Poi, l’entrata in scena, nel finale, di Dario Eros Tacconelli, Micol Pavoncello, Andrea Panichi, Rosario Petix, Salvatore Lanza, che si erano esibiti venerdì scorso.
Papaleo e Bruno sono stati travolgenti, ognuno a modo suo, raccontando di amori e di solitudini, di sogni e di famiglia, di manie e di identità. E di nostalgie.
Come quella per il pane sponzato con la frittata fatto dalla mamma la domenica mattina, Papaleo, o le partite dell’Argentina di Maradona, che il padre di Bruno adorava, legate, però, all’amore per la moglie.
Con un balletto finale, dedicato a un animale, la foca, nel quale hanno coinvolto anche il pubblico presente.
Lo spettacolo doveva andare in scena sabato scorso ma era stato rinviato al giorno successivo, ieri domenica 28 agosto, per aderire al lutto nazionale in concomitanza dei funerali ad Ascoli Piceno delle vittime marchigiane del terremoto.
“Ne ho approfittato per fare un salto a Sirolo e Portonovo – ci ha detto Papaleo – non le conoscevo. La riviera del Conero è molto bella. Il prossimo impegno sarà il 30, martedì, ad Anzio. Devolveremo gli introiti dello spettacolo alle popolazioni terremotate“.
(p.n.)