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Cingoli - Apiro

APIRO Carabiniere trovato in casa senza vita

Il militare, 51 anni, era originario dell’Anconetano, il cordoglio del sindacato regionale dell’Arma

APIRO, 11 novembre 2021 – Non risponde ai muratori che stanno ristrutturando l’abitazione, un Carabiniere viene rinvenuto privo di vita nella propria abitazione. E’ successo oggi nella campagna di Apiro.

Il fatto

Stando alle prime ricostruzioni, la ditta edile doveva proseguire lavori di restrutturazione della villetta isolata, dove il 51enne originario dell’Anconetano viveva da solo. Una volta suonato più volte il campanello, e mancando qualsiasi tipo di risposta, i muratori, insospettiti, hanno allertato i soccorsi.

Sul posto sono arrivati i Carabinieri di Apiro, i Vigili del Fuoco del distaccamento locale e il 118 di Cingoli. Una volta forzata la porta, non si è potuto far altro che constatare il decesso del militare. Secondo i rilevi, sembra che l’uomo si sia tolto la vita. La dinamica di quanto accaduto è al vaglio degli inquirenti.

Il cordoglio di Unarma

Il sindacato dei Carabinieri Unarma ha diffuso il cordoglio per la scomparsa del militare, in forza presso la Legione di Ancona.

«Due suicidi in meno di 24 ore e siamo ogni giorno più sconvolti – scrive il segretario regionale Paolo Petracca – per questa autentica strage di Servitori dello Stato, di figli, fratelli, mariti e padri. Una strage di colleghi, con cui condividiamo il peso delle responsabilità, lo sgomento delle difficoltà, lo sfinimento dei sacrifici, l’angoscia delle frustrazioni. Ma mai, in alcun caso, vorremmo affrontare giorni come questo. L’ennesimo tragico giorno in cui piangiamo un amico, una di quelle cose a cui non saremo mai preparati abbastanza».

«E appena ieri sera, a Cuneo – aggiunge Petracca -, un altro Carabiniere si è suicidato, cedendo sotto al giogo di chissà quale crisi che tutti, ma proprio tutti, dobbiamo chiederci se sia stata indagata e conosciuta e fronteggiata a sufficienza. Si tratta dell’agghiacciante numero di 22 suicidi solo nell’Arma dei Carabinieri dall’inizio dell’anno, e questo è motivo di sofferenza grande, insostenibile, inconsolabile. Rivolgiamo il nostro pensiero commosso e dolente ai familiari del collega che oggi ci ha abbandonati, orfani del suo sorriso e della sua sensibilità. Ci sentiamo persino in difetto, perché ciascuno di noi si sta chiedendo cosa avrebbe potuto fare, magari, per accendere una luce di speranza».

«Ecco – conclude il segretario regionale -, siamo convinti che questa domanda debba battere come la goccia che scava la pietra nella mente di chi, all’interno delle amministrazioni, può adoperarsi per fronteggiare il fenomeno dei suicidi fra gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, fosse anche forzando ogni resistenza, ogni ritrosia, ogni sottovalutazione, ogni timore e ogni sfiducia. La vita di un Servitore in divisa lo val bene».

(g.g.)

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