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CALCIO&BASKET LA RUBRICA “L’OPINIONE DI EVASIO SANTONI”

evasio.santoni_jesiLitiga con i tifosi, se la prende con i giornalisti. A Jesi succede anche questo. Protagonista il mister leoncello Bugari. Quando vinci e sei contestato l’effetto mentale potrebbe portare a pensare tante cose tra le quali quella di non essere stato in grado di imprimere nei confronti dei contestatori la fiducia e la capacità di rappresentarti e sostenerti. Perché un allenatore di una squadra di calcio, assieme ai suoi giocatori, che coglie tanti bei risultati senza ricevere di conseguenza apprezzamenti ed elogi non ha raggiunto fino in fondo il proprio obiettivo al di là di quello che la classifica dice. Conquistare i tre punti sul campo e poi dover rispondere del proprio operato ai tifosi è peggio di una sconfitta. Questo ha capito mister Bugari dopo la gara di domenica scorsa contro il Monticelli. La Jesina in classifica generale è entrata di diritto, almeno parzialmente, nei play off. Bugari però ha dovuto subire qualche improperio dai tifosi della curva e rientrare a testa bassa nello spogliatoio decidendo di non presentarsi in sala stampa. Forse perché ha anche sentito echeggiare a più riprese la parola dimissioni. Una caduta di stile, quella del tecnico della Jesina, che dimostra il poco rispetto nei confronti di chi come lui allo stadio va per lavorare: i giornalisti. Che non sono hobbisti della domenica. Sicuramente va bene così fino a prova contraria. Fino a quando cioè anche i responsabili della società, soprattutto chi è preposto alla comunicazione ed ai rapporti con gli organi di informazione, non decide, se è capace di farlo, o meglio dire se autorizzato a farlo, di prendere posizione obbligando i suoi tesserati a certi comportanti che impongono il rispetto di chi lavora in maniera neutrale. Purtroppo a Jesi, quest’anno, si è presa questa piega ed a salvare capra e cavoli ci sono, per fortuna, i risultati. La contraddizione, comunque, esiste. Non ci possono essere due squadre, due mentalità, due Jesine: una in casa, l’altra in trasferta. Una nello spogliatoio, l’altra in piazza. La rosa è competitiva, non si può più nascondere, e lo è e deve essere in ogni campo dove si presenta. L’immagine non va curata a parole, servono i fatti. Inutile comprare ed indossare le maglie griffate se poi tra dirigenti, staff tecnico, giocatori, organi di informazione, tifosi si è eretto un muro spesso insormontabile ed invalicabile. Questo oltre alla classifica fa crescere anche l’asticella della credibilità. Domenica prossima si va a Campobasso. Cambierà la tendenza dei risultati? Deve cambiare. Altrimenti i tifosi, che stanno organizzando un pullman al seguito, se ad Avezzano (sconfitta per 5-2; ndr) hanno manifestato malumore, a Fermo (4-1; ndr) hanno mostrato le spalle, questa volta potrebbero reagire diversamente. L’Aurora basket invece ha perso. Non fa più notizia l’averlo fatto in campo esterno: otto volte su nove in stagione. Anche a Ravenna, purtroppo, è stato così e per l’ennesima volta c’è amarezza. Alla vigilia si pensava, se non in un altro risultato, almeno in una diversa prestazione rispetto al cliché che era diventato una costante. Se poi alla fine si scopre che a mancare l’impatto alla partita sono quei giocatori che al contrario sono chiamati a tirare le fila allora tutto diventa difficile ma anche scontato. Questo coach Lasi l’ha ben evidenziato: “Se i nostri due giocatori di punta Greene e Santiangeli non giocano come tutti noi ci aspettiamo alla fine c’è poco da commentare anche se qualche attenuante possiamo metterla in evidenza. Mi riferisco al fatto che nel primo tempo ci sono stati fischiati contro troppi falli e di conseguenza tanti tiri liberi: 15 contro 2. Non mi ricordo che la partita aveva proposto tanto divario. L’Aurora guarda in casa propria, analizza quello che non va, soprattutto fuori casa, cercando sempre di migliorare per la partita successiva che diventa importante. “A parte Santiangeli e Greene – ha proseguito il coach – anche Paci non è riuscito a giocare come suo solito al contrario di Maganza, il cui debutto ritengo positivo, Janelidze e Hunt. Fuori casa non va. Forse mancano le motivazioni ma non credo sia la spiegazione risolutiva”. Prossimo appuntamento il derby di Jesi contro Recanati. Le due marchigiane sono in piena zona play out e si contengono il miglior piazzamento

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