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Chiaravalle Diego Priori: caduto nel baratro oggi sogna le Paralimpiadi di Parigi

Vittima di un grave incidente decise per l’amputazione di una gamba: «Si può vivere con qualche limitazione fisica: conta la testa, conta il cuore, conta la volontà»

Chiaravalle, 3 luglio 2022 – La morte e la vita in 10 anni, il dolore lancinante e poi la gioia più solare.

La sensazione di essere caduto in un baratro senza fine e, 10 anni dopo, la certezza di essersi riappropriato pienamente della propria esistenza, tanto da poter cullare il sogno di partecipare alle Paralimpiadi di Parigi nel 2024.

Il 21 maggio 2012 Diego Priori, che all’epoca aveva 31 anni, rischia di morire in un incidente sul lavoro alle Piane di Camerata Picena.

Si spegne la luce e cominciano anni di indicibili sofferenze.

«Quel mattino, era un lunedì, non me lo dimenticherò mai – ricorda Diego Priori che oggi ha 41 anni, una moglie che lo ha sempre sostenuto e una bellissima bambina di 4 anni –. Avevo iniziato a fare il camionista, il mestiere di mio padre e lavoravo alla Co.Fer.M. a Camerata. In un attimo mi è rimasta la gamba sinistra sotto la ruota del camion e solo grazie a un collega, Luciano, sono qui a poterlo raccontare. Ha avuto la prontezza di sfilarsi la cinta, così da utilizzarla come un laccio emostatico, altrimenti sarei morto dissanguato. Ho provato un dolore atroce. Sono rimasto cosciente fino all’arrivo dell’eliambulanza, sono anche andato in arresto cardiaco per qualche momento. Mi sono risvegliato all’ospedale di Torrette, dopo una lunghissima operazione, con la gamba coperta da un lenzuolo».

La vita era salva ma da quel momento per lui sono iniziate sofferenze e peripezie di ogni genere.

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«Fin da subito i medici mi hanno detto che avevo perso molte funzioni della gamba e se fossero insorte infezioni ci sarebbe stato il rischio di amputazione. Mi hanno ingessato per due mesi l’arto e hanno ricostruito parte dei tessuti. Poi mi hanno applicato un chiodo che hanno tolto e rimesso alcune volte nel corso dei mesi successivi: dolori atroci e sconforto».

«Ma il peggio doveva ancora arrivare perché la sera di San Valentino ero a cena con la mia compagna, che ora è mia moglie, quando improvvisamente mi sono sentito male: avevo quasi 41 di febbre e una grave infezione».

Per Diego Priori l’inizio di un’altra odissea.

«Su consiglio di un amico di Castelbellino mi sono recato in un centro specializzato di Cortina d’Ampezzo dove mi hanno applicato l’apparato di Ilizarov che ho tenuto 9 mesi con dolori lancinanti: avevo tanti problemi al piede e camminavo male con un tutore. Sono tornato nel 2014 al lavoro anche se non potevo più guidare i camion. Nel 2015, l’anno del matrimonio, abbiamo fatto il viaggio di nozze negli Usa: al ritorno la gamba era in condizioni pietose, tutta arcuata e non potevo appoggiare il piede. Dopo un’ulteriore visita a Cortina mi sono rivolto al Rizzoli di Bologna dove però mi hanno detto che dovevo ricominciare tutto il percorso da capo».

In quei giorni Diego Priori prende una decisione drastica e coraggiosa, che gli ha cambiato la vita.

«Ho chiesto al medico di amputarmi la gamba dal ginocchio in giù: lui era assolutamente contrario ma io, dopo aver parlato con Andrea, un ragazzo di Ancona che aveva subito l’amputazione a 18 anni, ero ormai deciso. Nel gennaio 2017 mi hanno amputato l’arto e poi a Budrio mi hanno installato la protesi».

Disperazione? Sconforto? Maledire un destino crudele? Nulla di tutto questo: Diego Priori compra prima una mountain bike e poi, su consiglio di Alessandro, un suo amico di Jesi, una bici da strada e comincia a pedalare, pedalare e pedalare ancora.

«Anche quando c’è stato il Covid mi allenavo 2 ore al giorno sui rulli e con l’aiuto del mio preparatore ho iniziato a partecipare alle gare. Mi sentivo ogni giorno meglio fisicamente e la bici era diventata anche una ragione di vita, uno stimolo di rinascita ed ero diventato forte psicologicamente grazie al paraciclismo. A Marina di Massa al campionato italiano 2021, alla mia prima gara sono arrivato terzo poi con la mia squadra, Anthropos di Civitanova Marche, a Dueville ho vinto sia la gara in linea che la cronometro e ora preparo i campionati italiani che si svolgeranno ad Avezzano in agosto. Il sogno, che può divenire realtà, è la partecipazione alle Paralimpiadi di Parigi e farò di tutto per esserci».

«Non mi dimentico mai di chi ha lottato con me, mia moglie Alice, mia madre Patrizia, mio padre Stefano, mia sorella Sara, tanti amici che mi hanno sostenuto: senza di loro non ce l’avrei fatta. Avevo paura anche di donare il sangue, ora voglio dire a tutti che bisogna essere coraggiosi, che una disabilità non ti ferma, che si può vivere anche con qualche limitazione fisica. Conta la testa, conta il cuore, conta la volontà».

Diego Priori

Diego Priori è nato a Jesi il 29 settembre 1981. Ha abitato a Moie fino al 2020, poi si è trasferito a Chiaravalle, dove risiede con la moglie Alice, psicologa, e la figlia Camilla di 4 anni. Il 21 maggio 2012 Diego Priori, che all’epoca aveva 31 anni, ha un drammatico e gravissimo incidente sul lavoro alle Piane di Camerata Picena.
Un camion gli schiaccia la gamba sinistra che resta gravemente lesionata. Dopo anni di dolori e sofferenze indicibili, che lo hanno costretto a fare la spola tra molti ospedali e strutture specializzate, Priori nel 2017 decide coraggiosamente di farsi amputare l’arto sotto al ginocchio. Dopo l’intervento e la protesi che gli applicano a Budrio, inizia ad appassionarsi di ciclismo, prima con una mountain bike e poi con la bici da strada. Si allena duramente e consegue diverse vittorie significative. Il suo sogno, che può divenire realtà visti i risultati che consegue, è partecipare alle Paralimpiadi del 2024 a Parigi.

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