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CINGOLI Covid-19: «Casa di riposo, anziani trattati come pacchi postali»

Maria Catia Marchegiani: «Hanno subito passivamente il trasferimento all’ospedale pur essendo guariti»

CINGOLI, 8 maggio 2020Ieri pomeriggio, l’assessore comunale ai servizi sociali, Martina Coppari, ha pubblicato un post su facebook dove ha difeso la scelta di trasportare all’ospedale di Cingoli i guariti della casa di riposo da Covid-19, criticando anche l’operato delle opposizioni.

Ci è pervenuta la replica della consigliera comunale di minoranza di “Centrodestra per cambiare”, Maria Catia Marchegiani, che pubblichiamo integralmente.

In merito al trasferimento degli ospiti della casa di riposo in ospedale, vorrei fare un po’ di chiarezza.
Se gli ospiti sono guariti, che necessità hanno di stare in ospedale, tanto più da ricoverati, specie se anziani? E ciò vale anche nel reparto di cure intermedie, perché – appunto – l’ospedale è per definizione adibito alla cura dei malati.

Non mi sembra che tale scelta sia sensata, perché un ospite guarito (quindi non malato) ha bisogno dei propri spazi e di perseguire con regolarità le sue abitudini quotidiane, cose che ovviamente in un ambiente ospedaliero sono di per sé limitate se non addirittura escluse.

Questo significherebbe dare dignità alla persona? Credo che la salute vada tutelata a monte, mettendo in atto una serie di meccanismi di prevenzione e di controllo. Non con il sistema di “apri e chiudi” che finora è stato adottato.

Maria Catia Marchegiani

La struttura del convitto, indicata dal gruppo di opposizione per sistemare temporaneamente gli ospiti non malati della casa di riposo, era chiaramente un esempio, così come altro esempio è quello di stipulare convenzioni con strutture ricettive che verranno pagate con la stessa retta che gli ospiti pagano per essere alloggiati in casa di riposo (e che, tuttora, pur essendo “limitati” in ospedale continuano a pagare).

Un altro segnale di tutela verso tali persone sarebbe stato quello di avvisarli degli spostamenti e non di trattarli come “pacchi postali”, facendo loro subire passivamente decisioni estemporanee.

Circa il tema della riapertura dell’ospedale, l’esperienza ci ha ormai insegnato che la cosa fatta passare come temporanea (vedi la temporaneità citata nella delibera del dott. Guidi, in accordo con l’Amministrazione Comunale) a Cingoli, in realtà, è sempre divenuta cosa definitiva. Con questa manovra illuminata i posti di DpA ospedaliera sono divenuti posti di cure intermedie, gestite dai medici di base… circostanza fortemente dibattuta in passato e che ora subdolamente sembra realizzarsi.

Sarebbe questa la lotta dell’Amministrazione comunale per la difesa dell’ospedale?

Da sempre la linea del gruppo di cui faccio parte è stata quella di rifuggire le sceneggiate che mai hanno portato risultato. Per noi, al contrario, è importante il dialogo e la perseveranza nel perseguire gli obiettivi. Visto che siamo stati tacciati di lassismo, non posso fare a meno di ricordare che autonomamente abbiamo richiesto, rivolgendoci a sponsor e privati (che continuiamo a ringraziare), quel materiale sanitario che nessuna Amministrazione è stata in grado di fornirci.

In un periodo grave come questo, nel quale bisognerebbe agire concordemente e non opporsi i “per partito preso”, le nostre proposte sono sempre state scartate a priori.

Non siamo stati assenti, semplicemente siamo stati ignorati.

Maria Catia Marchegiani

Consigliera comunale “Centrodestra per cambiare”

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