Segui QdM Notizie

Rubriche

COVID-19 La pandemia e le conseguenze socio economiche

Quello che è lecito chiedersi è se gli effetti di questa emergenza sanitaria catalizzati da disuguaglianza sociale e debiti, possano determinare la fine del sistema liberal capitalistico

Cercheremo ora di capire quali conseguenze sociali, economiche e geopolitiche potrebbero derivare dalla devastazione pandemica in atto; generalmente gli analisti sono concordi nell’affermare che le società incrementeranno le dinamiche green e digitali e che l’Oriente (leggi Cina) soppianterà l’Occidente quale aggregato leader globale.

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire cosa è successo nelle due precedenti pandemie più importanti,  la morte nera del 1300 e la spagnola del 1918-20, per trarne qualche indicazione. Abbiamo visto come una mutazione e un salto di specie di un microrganismo circoscritta in un’area, attraverso l’urbanizzazione e un grande spostamento di persone per commerci, invasioni, pellegrinaggi, possa determinare una pandemia.

Nell’anno 1000 le città ricominciavano a popolarsi invertendo quel flusso verso le campagne causato dalle minacce barbariche e che aveva determinato quel fenomeno noto come incastellamento. A differenza della condizione statica della curtis feudale, le città offrivano spazio al dinamismo economico originando la nascita di nuove professioni e commerci, in generale di quel fenomeno italiano dei Liberi Comuni. Anche i commerci su lungo raggio erano ripresi, grazie alla Lega Anseatica e, soprattutto, alle Repubbliche marinare italiane a cui si accompagnarono le iniziative via terra verso l’impero mongolo dei fratelli Polo, rese celebri da “Il Milione”.

Con il tempo si crearono quelle condizioni di urbanizzazione e di grandi spostamenti per una pandemia, che scoppiò nel 1348, a cui si diede il nome di morte nera.

A differenza di oggi, dove le vittime sono prevalentemente anziane, allora furono i giovani e in età da lavoro, ad essere sterminati. Terminata dopo tre anni la pandemia, la conseguenza immediata fu una carenza di manodopera che permise ai sopravvissuti di ottenere vantaggi economici e sociali, sebbene attraverso moti popolari come la rivolta dei Ciompi. Ciò consentì la ripresa economica e, in un certo senso, mise le basi per l’affermarsi di quel periodo straordinario che fu il Rinascimento.

L’alba del XX secolo fu segnata da una terribile guerra mondiale su cui si innestò un’altra tragedia, una pandemia che sebbene originata in America è conosciuta come spagnola: il risultato fu una mattanza quantificabile in circa 100 milioni di morti, prevalentemente giovani. Poiché le élite non furono capaci di risolvere i problemi sanitari ed economici che seguirono (es. l’iperinflazione tedesca), si generò un clima di sfiducia e risentimento sfociato nell’affermarsi, in alcuni Paesi, di regimi autoritari e nazionalisti, prologo, dopo appena vent’anni, di un’altra guerra devastante.

Ai nostri giorni il Covid 19 ha impattato su società già lacerate da una profonda divaricazione sociale accentuandola: così mentre Amazon ha potuto raddoppiare i suoi profitti (su cui pagherà tributi ridicoli),  il commerciante che paga le tasse allo stato italiano e con la sua attività tiene in vita i centri storici, ha patito gravi perdite solo in minima parte ristorate dai sussidi pubblici.

Il mondo in cui viviamo si è andato strutturando all’indomani del collasso dell’Unione Sovietica e del suo sistema comunista: le dinamiche che lo hanno plasmato sono il capitalismo american style e la globalizzazione. Allora si prometteva un’era di prosperità e pace per tutti ma le cose non sono andate proprio così, per esempio le spese militari hanno raggiunto livelli spaventosi, mettendo sempre più l’umanità a rischio di fare la fine dei dinosauri.

Da quei cambiamenti hanno tratto vantaggio le popolazioni dei paesi emergenti dove sono emerse classi medie capaci di alimentare consumi e investimenti.

In Occidente ci abbiamo guadagnato come consumatori, potendo disporre di nuove tecnologie e di prodotti e servizi a basso costo, non altrettanto come lavoratori, minacciati sempre più da precarietà e insicurezza economica. In sintesi il circolo virtuoso di lavoro, consumi, investimenti produttivi si è trasformato in lavoro precario, consumo a debito, investimenti in asset finanziari speculativi. Il risultato è una smodata concentrazione della ricchezza accompagnata da danni diversi:

  • sociali, come collasso delle classi medie, alterazione della democrazia dell’informazione
  • etici, quali diffusione di droga, pornografia, bullismo, gregarismo (follower ) e violenza
  • finanziari, quali debiti colossali e bolle speculative
  • ambientali e di conseguenza climatici

Quelle concentrazioni consentono ad alcuni potentati di condizionare, mediante attività di lobbyng (leggi corruzione legalizzata), le scelte dei politici, sviandole dall’interesse collettivo.

Prevalentemente nei paesi occidentali la reazione a tali problemi, aggravati da una montante pressione migratoria, ha determinato un crescente consenso verso partiti e leader etichettati come populisti, acuendo i conflitti all’interno delle società nonché le dispute commerciali tra Paesi.

Il 9 novembre del 1989 le picconate sul muro di Berlino aprivano una nuova era osannata da tesi che definivano l’affermazione del sistema liberal capitalistico come il punto di arrivo della storia umana (The end of History – Francis Fukuyama ), contemporaneamente, però, alcune Cassandre prevedevano che il venir meno delle istanze inibitorie del comunismo avrebbe condotto il sistema vincente verso la stessa fine.

Quello che è lecito chiedersi è se gli effetti di questa pandemia catalizzati da disuguaglianza sociale e debiti, possano determinare l’avverarsi di quella profezia.        

Bruno Bonci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere

News