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FABRIANO Dopo il lockdown l’Archeoclub pensa ai nuovi progetti

Intervista alla presidente Valeria Borioni, l’associazione taglia il traguardo dei 45 anni di vita

 

FABRIANO, 11 giugno 2020 – La sede fabrianese dell’Archeoclub quest’anno compie il suo quarantacinquesimo anno di vita. Una realtà composta da 64 soci di varia età molto attiva da sempre sul territorio con eventi e studi importanti. La chiusura totale delle attività ha fermato anche gran parte della vita di quest’associazione che ora si dice pronta a ripartire. Abbiamo parlato con la presidente fabrianese dell’Archeclub Valeria Borioni.

Questa situazione ha messo tutti in difficoltà. Quanto ha inciso sulla vostra vita associativa?

«La nostra associazione vive di visite, di attività, di studio che prevedono contatto umano. Per questo motivo in questo periodo abbiamo subito un blocco abbastanza importante. Abbiamo accusato, come tutti, fortemente il colpo e ora dobbiamo mano a mano ripartire. Stiamo cercando di capire in quali forme riprendere le nostre attività, anche insite all’associazione, in quanto avevamo iniziato ad intraprendere dei piccoli incontri interni in cui alcuni soci raccontavano delle esperienze vissute o tesi di laurea o ricerche personali. Questi momenti presupponevano degli incontri che ovviamente abbiamo dovuto sospendere».

Per quanto riguarda invece gli appuntamenti pubblici come vi state muovendo?

«L’Archeoclub ha sempre organizzato conferenze, visite e mostre che necessariamente prevedevano un affollamento di persone. Siamo sempre stata un’associazione che è vissuta di rapporti, sia con l’amministrazione che con la cittadinanza. Stiamo cercando di lavorare per vedere se è possibile organizzare incontri pubblici nel periodo autunnale. Attualmente stiamo facendo un’indagine, insieme all’associazione nazionale, sulle reazioni dei territori alla pandemia. Stiamo raccogliendo informazioni, con l’aiuto dell’amministrazione, per capire quale sia la loro idea sulla possibile riapertura dei musei. Ciò per capire idee e necessità dei territori».

Quali attività avete svolto nell’ultimo periodo prima dell’emergenza?

«Tra il 2018 e il 2019 avevamo organizzato una mostra sulla ceramica fabrianese. Nella Pinacoteca abbiamo sempre organizzato degli incontri e convegni, l’ultimo dei quali si è svolto tra novembre e dicembre del 2019 nel quale si sono esposti gli ultimi risultati degli scavi di Attidium e si sono anche fatte previsioni sul futuro andamento delle attività nel sito archeologico».

L’Archeoclub organizza anche, da svariati anni, degli eventi che sono diventati un momento fisso nel calendario fabrianese. Come saranno organizzati quest’anno?

«Una delle nostre manifestazioni che è sempre stata un incontro fisso e nasce in sinergia con l’associazione nazionale è “Chiese aperte”, giunta alla ventiseiesima edizione. Veniva individuata una chiesa nel territorio, magari non sempre fruibile, e veniva organizzata una visita approfondita. Quest’anno, come da indicazioni nazionali, l’evento è stato diviso in due momenti: si è deciso di mantenere un evento a maggio, pubblicizzando la chiesa scelta online e si prevede, condizioni e decreti permettendo, una visita vera e propria ad ottobre. Da circa sedici anni, inoltre, stiamo organizzando, a Fabriano, delle serate estive chiamate “Fabriano di notte fra storia e leggenda”, in due incontri nel mese di luglio. Sono delle passeggiate serali guidate da soci alla ricerca delle curiosità cittadine. Questo è un appuntamento di solito molto partecipato e gradito e stiamo ragionando su come poterlo fare, perché ci dispiacerebbe annullarlo. Ovviamente nel momento in cui decidiamo di fare qualcosa lo faremo in un contesto di piena sicurezza».

Siamo pronti alla ripartenza dunque.

«Ci teniamo molto a ripartire, nella piena sicurezza, perché la cultura non può fermarsi. Abbiamo fatto rete con i soci segnalandoci in questo periodo link, documenti e video interessanti. Abbiamo continuato quindi a studiare e formarci con materiali che potevano essere raggiungibili. Dunque non siamo stati del tutto inattivi, anche perché avendo una sede nazionale siamo sempre stimolati da eventi, nonostante le grandi restrizioni. Ci piacerebbe tornare ad avere rapporti con il territorio».

Danilo Ciccolessi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella foto copertina una passata edizione di “Fabriano di notte fra storia e leggenda” (foto da Facebook) 

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