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Cronaca

FABRIANO IN MARCIA PER LA “SFIDA” DELLA BUONA POLITICA A SERVIZIO DELLA PACE (FOTO)

“Artigiani della pace, attori dell’avvenire”

 

FABRIANO, 2 gennaio 2019 – “La buona politica è al servizio della pace”. Con le parole di Papa Francesco legate al messaggio per la celebrazione della cinquantaduesima giornata della pace, la marcia fabrianese ha attraversato ieri  alcuni luoghi simbolo di Fabriano, per parlare concretamente di pace e politica.

Sono state molte le persone ieri pomeriggio hanno attraversato le vie di Fabriano, parlando di impegno e responsabilità nella politica. Sfide vere e proprie per una comunità allargata, una comunità che diventa mondiale.

Alla marcia hanno partecipato  tutte le associazioni che  prendono parte al tavolo “Sconfiniamo” (tavolo di lavoro permanente promosso dall’ambito territoriale 10). Oltre a loro anche la comunità Sikh, quella Musulmana (Fabriano e Cerreto d’Esi) l’Agesci, l’Ambito, Sindacati, Caritas, Diocesi di Fabriano – Matelica, Arci, Libera, l’Associazione Papa Giovanni XXIII, Artemisia, InArte, Oltre l’Altro, l’Associazione 4 Maggio e tutte quelle che si occupano di accoglienza sul territorio.

“Se attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità delle persone, la politica può diventare veramente una forma eminente di carità”. Così scrive il Santo Padre nel messaggio diffuso in 10 lingue in tutto il mondo, ed attraverso queste parole lo spunto marciare in direzione di alcuni luoghi simbolo della città.

5 tappe e 5 testimonianze, con il focus sui “Diritti e Doveri”

Prima tappa piazza 26 settembre, a pochi passi dall’ingresso della sede comunale.  Primo ad intervenire il sindaco Santarelli che nel suo intervento ha osservato l’importanza di un messaggio che parla di “servizio” per la comunità e della vera e propria “missione” che ogni persona che sceglie di fare politica si deve mettere a disposizione di tutti. “Coinvolgere le persone attraverso impegno e fiducia. La politica ha bisogno di persone generose capaci di mettersi a servizio degli altri.”.

Seconda tappa davanti l’ingresso delle ex Fermi, ora sede dei tanto discussi uffici del giudice di Pace (intervento dell’Avvocato Lucia Gatti) e luogo dove parlare di giustizia e delle fiducia necessaria alla comunione tra queste due parti della vita dell’uomo. Giustizia come tutela di tutte le persone, combattendo “La delegittimazione sistematica che in questi anni sta fronteggiando la Magistratura ed anche l’Avvocatura”.

Terza tappa “la sanità”, con la riflessione (Scritta dal Dottor Leone Furbetta) davanti il vecchio ingresso dell’Ospedale “Profili”, poi il lavoro con il Sindacalista Andrea Cocco a sottolineare l’importanza del lavoro come cardine essenziale per una società che ha bisogno di ripartire dal lavoro con opportunità industriali.

“Comunità educante dallo sguardo materno”

Ultima tappa con i messaggi del Dirigente Scolastico Emilio Procaccini (“Ognuno deve portare il proprio mattone ed andare attraverso la responsabilità verso la costruzione delle giovani generazioni”) e del responsabile del Centro Islamico della Misericordia di Fabriano Mekri Abdelkader.

Per ultimo il saluto del Vescovo della Diocesi di Fabriano Matelica Monsignor Stefano Russo, che ha citato l’intervento di Capodanno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Sentirsi comunità vuol dire condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Vuol dire pensarsi in un futuro comune da costruirsi insieme. Significa Responsabilità”. Rispetto gli uni degli altri quindi”. Una comunità protagonista della pace ha osservato il Vescovo Russo, con l’auspicio di ritrovare le radici cristiane dell’Italia “Perché attingendo a loro possiamo essere noi portatori di pace”.

E poi i la benedizione finale, ma prima di questa le parole del Papa che parlano di persone che si guardono e si confrontano. ” La pace è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di questa pace interiore e comunitaria: la pace con sé stessi, la pace con gli altri e la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire”.

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