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Intelligenza artificiale ed algoritmi: un approccio pragmatico al di là dello scetticismo e della mitologia< strong>

Li usiamo quotidianamente ma non ne comprendiamo il funzionamento: ecco come gli algoritmi possono migliorare la nostra vita

Algoritmi e intelligenza artificiale si intrecciano sempre di più con il nostro quotidiano. Non passiamo infatti giorno senza sperimentare gli effetti che producono nelle nostre vite, talvolta senza neppure accorgerci di quanto abbiano cambiato alcune abitudini e attività.

In realtà, si tratta di tecnologie che esistono da anni, ma delle quali abbiamo forse preso maggiormente coscienza in tempi relativamente recenti, e in concomitanza con lo sviluppo del machine learning e del deep learning, i sottoinsiemi dell’intelligenza artificiale che hanno reso queste tecnologie così stupefacenti. 

Già dagli anni Novanta il nostro intrattenimento era però scandito dalle formule matematiche degli algoritmi: se ci pensiamo, è esattamente così che funzionano le diverse tipologie di videogiochi, dai più moderni ai più antichi, nonché le stesse slot machine da bar. 

E già qui gli algoritmi svolgevano funzioni diverse. Nel primo esempio, l’algoritmo è programmato per abbinare una certa dose di imprevedibilità a risposte conseguenti agli input dati dal gamer mediante la combinazione di tasti premuti. Invece, nelle slot da bar è il puro caso a dominare in maniera incontrastata, tramite un algoritmo denominato RNG (Random Number Generator) che sforna combinazioni in modo del tutto imprevedibile e casuale, senza alcuna possibilità di trucco o frode. In molti hanno, almeno una volta, guardato con scetticismo entrambi questi algoritmi, invocando un bug della macchina, anziché riconoscere un proprio errore di abilità o accettare che il caso non era quel giorno dalla propria parte.

Con l’evoluzione delle tecnologie e l’avvento di algoritmi che riescono a offrire soluzioni sempre più personalizzate, allo scettiscismo di alcuni si è affiancato quello che viene definito determinismo incantato. Cioè, l’atteggiamento che assumiamo quando non siamo capaci di spiegare il funzionamento di AI e deep learning e facciamo ricorso a spiegazioni dai contorni nebulosi e prive di fondamento scientifico.

È il caso di quando ci stupiamo nel visualizzare un’inserzione personalizzata e crediamo che qualcuno abbia ascoltato la conversazione che abbiamo avuto con un amico, oppure di quando apriamo la home dei social network e visualizziamo proprio il video che vorremmo vedere.

Questo atteggiamento può diventare un problema quando l’applicazione dell’AI riguarda campi in cui non riusciamo ad accettare una perdita di controllo e la non comprensione delle decisioni del meccanismo degli algoritmi. È uno dei motivi per cui ancora l’integrazione di questi sistemi in ambito medico non risulta particolarmente avanzata, nonostante i risultati positivi siano già stati ampiamente dimostrati.

A smentire i timori più diffusi, si tratterebbe di una tecnologia a supporto del personale medico umano e certamente non in sua sostituzioneNegli USA si sta investendo parecchio nell’ambito degli RPM (Remote Patient Monitoring): la startup General Prognostics, ad esempio, ha stanziato 3,25 milioni di dollari per il lancio di un sistema di monitoraggio indossabile e non invasivo, che permetterà di tracciare biomarkers sanguigni e mitigare i problemi cardiaci.

Strumenti di questo tipo non intendono eliminare le visite presso i medici o sostituirli con macchine. Il loro fine è solo quello di garantire un controllo in tempo reale, 24 ore su 24, a pazienti con determinate patologie che richiedono un intervento immediato e possibilmente anche anticipato rispetto al manifestarsi dei sintomi. Negli intervalli di tempo liberi, il medico potrà consultare i dati elaborati dal device e verificare se sia necessario o meno intervenire sul paziente, garantendo così un follow-up completo.

Una volta che saremo riusciti a lasciare da parte scetticismo, determinismo incantato e pregiudizi, ci troveremo di fronte a un universo di opportunità che l’intelligenza artificiale e gli algoritmi offrono, per migliorare la nostra vita. E in un modo più tangibile che scegliendo video di simpatici animaletti.

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