Segui QdM Notizie

Cronaca

Jesi Alla Casa delle culture arrivano le Pigotte per i bambini ucraini

Fanno parte dell’iniziativa Unicef le bambole di pezza donate ai figli delle donne in fuga dall’Ucraina, ospiti di alcune famiglie di Jesi, il 20 novembre giornata della difesa dei diritti dei bambini

di Tiziana Fenucci

Jesi, 18 novembre 2022 – Sono arrivate ieri pomeriggio alla Casa delle culture, le bambole Unicef, che fanno parte dell’iniziativa Pigotta sospesa, rivolta ai bambini ucraini, scappati dalla guerra insieme alle famiglie.

«Un doppio dono – ha spiegato Paola Guidi, presidente del Comitato provinciale di Ancona per l’Unicef – perché chi adotta una Pigotta con una donazione, regala la bambola a un bambino ucraino e un kit di sopravvivenza ai bambini bisognosi nel mondo».

Con il denaro ricavato dalle donazioni, infatti, vengono acquistati dall’Unicef alimenti, medicine e tende salvavita.

Le volontarie Unicef e al centro, a sinistra Paola Guidi, a destra Mirella Mazzarini

La consegna delle bambole, che si ripeterà anche lunedì prossimo, con un gruppo di famiglie ucraine ad Ancona, avviene proprio a ridosso del 20 novembre, «l’anniversario della convenzione Onu a difesa dei diritti dei bambini – ha detto Paola Guidi – tra cui il diritto alla vita e il diritto al gioco che sosteniamo con questa iniziativa».

La Pigotta rappresenta il simbolo dell’Unicef, «viene realizzata da volontari, con i materiali che si hanno a disposizione, nelle scuole, nelle associazioni, o nelle università per adulti. Sono il frutto di una rete di solidarietà», ha detto Mirella Mazzarini, presidente del Comitato regionale Unicef, ricordando che le Pigotte saranno presenti nello stand Unicef anche durante le iniziative di Natale a Jesi.

La consegna delle Pigotte

I bambini molto incuriositi dalle bambole di pezza e dai palloncini colorati offerti dalle volontarie Unicef, hanno accettato con gioia il regalo. Insieme alle mamme sono ospitati da alcune famiglie della zona e frequentano il corso di lingua italiana alla Casa delle Culture di Jesi.

«Gli incontri che abbiamo cominciato a organizzare già da marzo – ha spiegato Jacqueline Bachynska, della Casa delle Culture e vicepresidente della Comunità ucraina nelle Marche – oltre che per apprendere la lingua rappresentano un’occasione di incontro e di dialogo per queste donne che hanno lasciato le loro case nella disperazione, partendo da sole, sotto i bombardamenti, con i figli e le mamme al seguito, mentre i mariti sono rimasti in Ucraina per prestare servizio di leva».

In Italia hanno trovato riparo e provano anche a cercare lavoro per mantenersi, anche se la loro speranza è quella di fare ritorno in Ucraina.

«Alcune non ce l’hanno fatta a resistere, lontano dal marito e dagli affetti più cari e, anche su richiesta dei figli, sono tornate a casa. Ma là ci sono situazioni che non si possono immaginare, non è così facile uscire dal Paese, in alcune cittadine i russi non permettono agli ucraini di valicare il confine, ci sono storie di bambini strappati dalle braccia delle mamme e portati in Russia. Anche negli orfanotrofi i bambini sono stati deportati dai russi, ma non sappiamo dove. Hanno bombardato le case, le scuole, gli ospedali, è una guerra contro i civili. Ci vogliono distruggere».

Agneta Bachynska fa lezioni di italiano per i ragazzi ucraini
Jacqueline Bachynska fa lezione di italiano agli adulti ucraini

Ma dai sorrisi e dai volti spensierati dei bambini ucraini che erano ieri sera alla Casa delle culture tutto questo non traspare. Di solito i più piccoli giocano mentre le mamme seguono le lezioni di italiano, tenute da Jacqueline e dalla figlia Agneta. Quelli più grandi fanno lezione anche loro.

Si incontrano tutti i martedì e giovedì dalle 16 alle 20, e per chi non riesce ad andare, c’è un recupero di sabato con lo stesso orario.

«I corsi inizialmente erano su base volontaria – ha detto Jacqueline – ma da settembre sono sostenuti dalla Caritas di Jesi. Devo ringraziare Eva Carbini dell’Asp9 e di Vallesina Aiuta, perché ci ha messo in contatto con le associazioni del territorio, con cui abbiamo anche presentato un progetto per il sostegno psicologico alle donne ucraine, promosso dall’Asp, dalla Caritas, da Vallesina aiuta, dalla Uisp».

Anche in Ucraina c’è tanto bisogno di aiuti, l’associazione della Comunità ucraina nelle Marche è in contatto con i gruppi di volontari ucraini e al momento sta raccogliendo coperte e piumoni per il freddo, cibo in scatola e alimenti pratici da mangiare. Per chi volesse partecipare alla raccolta può contattare la vice presidente al numero: 320 316 49 67.

©riproduzione riservata

News