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Jesi “Anagramma di donne”, la presentazione

Dopo “Sette piccole storie” e “Il fado perduto” per Giancarlo Esposto un giallo tutto al femminile come elogio della diversità

Jesi – Si intitola “Anagramma di donne” l’ultimo romanzo del giornalista e scrittore jesino Giancarlo Esposto: un giallo accattivante, intrigante – l’ha definito la docente Patrizia Taglianini nel corso della presentazione di martedì sera, alla Casa del Popolo – che porta sulla pagina, accanto all’azione, un tema su tutti: quello identitario. L’evento, ospitato dal Circolo Gramsci, è stato mediato dalla giornalista Giorgia Clementi. 

Per un caso fortuito le vite di due donne appartenenti a mondi diametralmente opposti, Samira e Marisa, si incrociano all’aeroporto di Parigi fino a legarsi a doppio filo, unite dallo stesso capo di accusa e da un amore nascente che sfida le differenze di sorta. Turca la prima, italiana la seconda, Samira e Marisa sono modelli di femminilità apparentemente inconciliabili, figlie di due culture diversissime.

Samira, proveniente da una cittadina della Cappadocia, è stata costretta dalla famiglia a un matrimonio combinato con un uomo violento e relegata alla dimensione domestica in una condizione di sudditanza. Marisa, invece, top manager nel settore della moda a Milano, rappresenta un esempio di emancipazione femminile nel mondo delle democrazie liberali. 

Giorgia Clementi, Giancarlo Esposto

Eppure, al di là della curiosa coincidenza che lega i loro nomi, anagrammi l’uno dell’altro, le due protagoniste, come facce della stessa medaglia, sono accomunate dalla problematicità dei loro rapporti con gli uomini: anche Marisa, infatti, è dovuta scendere a compromessi per raggiungere le vette della propria realizzazione professionale. Entrambe sospettate dell’attentato terroristico che ha colpito il Giardino delle Tuileries, le storie di Samira e Marisa verranno registrate da Jean, tigre della nera, un professionista nel campo del giornalismo d’inchiesta che saprà accogliere i loro vissuti in un percorso investigativo e, insieme, interiore ricchissimo. Basterà, questo, a risolvere il caso?

Dai paesaggi dell’entroterra turco alle metropoli europee, all’Algeria post coloniale, il tema del viaggio – ha evidenziato Patrizia Taglianini – come quello della condizione femminile in un mondo a misura d’uomo, è una costante che accompagna il lettore per l’intera durata del romanzo. L’incontro con l’altro, con ciò che è altro da noi, diventa la cifra caratterizzante di un libro che nell’epoca più turbolenta per la definizione del sé, porta il politico nel giallo, pur ripudiando qualsiasi presa di posizione ideologica. 

Patrizia Taglianini, Giorgia Clementi, Giancarlo Esposto

«Perché proprio la Turchia? Perché è un paese contraddittorio, con una forte volontà di entrare nell’Unione Europea e un’appendice in Europa, che è Instambul, ma molto problematico in termini di diritti umani». 

«Non voleva essere un romanzo rosa, l’amore è inteso come valore universale che supera ogni confine, conciliando le differenze legate alla condizione sociale, alla cultura, alla mentalità. L’amore, non solo quello di coppia ma inteso quale energia universale, che è amore per l’umanità, amore per la vita, per la cultura, non ha genere, appartiene a tutti. Dico sempre ai miei lettori: quando uscite da questa sala regalate un sorriso a chi incontrate».

Giancarlo Esposto è nato a Jesi nel 1961. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985, ha svolto prevalentemente attività di giornalismo sportivo, pubblicando alcuni libri dedicati allo sport e alla sua attività di giornalista. È inoltre autore dei romanzi lo e Francesco, Libero e il mare e Il fado perduto (Ensemble, 2021) e della raccolta di racconti Sette piccole storie (Ensemble, 2019).

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