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Cronaca

Jesi Donne vittime di violenza, in Commissariato “Una stanza tutta per sé”

Inaugurato lo speciale spazio di accoglienza e ascolto, il questore Cesare Capocasa: «Occorre puntare sulla prevenzione e per riuscirci è necessario fare rete»

di Tiziana Fenucci

Jesi, 25 novembre 2022Riconoscere i segnali di una relazione tossica e denunciare i maltrattamenti fin dalle prime avvisaglie, evitando che la situazione degeneri. Agire sulla prevenzione e non solo sulla repressione. La violenza contro le donne, che troppo spesso sfocia nel femminicidio, va combattuta alla radice.

Sono queste le parole chiave dell’intervento del questore di Ancona, Cesare Capocasa, all’inaugurazione presso il Commissariato, della 193esima stanza di ascolto e di accoglienza del progetto Una stanza tutta per sé, frutto dell’accordo siglato tra il Soroptimist International Italia e la Polizia di Stato.

Presenti al taglio del nastro il dirigente del Commissariato di Jesi, vice questore Mario Sica, il vice sindaco Samuele Animali, il vescovo della diocesi, Gerardo Rocconi, il comandante della Compagnia Carabinieri, capitano Elpidio Balsamo, il comandante dei Compagnia della Guardia di Finanza, capitano Gianmarco Di Deodato, la vice presidente della Commissione pari opportunità della Regione, Maria Antonietta Lupi, la consigliera regionale Lindita Elezi, l’assessora Paola Lenti, il commissario della Polizia Locale, Maria Gabriella Gabbianelli, la presidente del Soroptimist International Club di Jesi, Catia Mastantuono.

«Siamo al servizio dei cittadini – ha sottolineato il Questore – e soprattutto delle fasce più deboli, i bambini, le donne e gli anziani. Mi riferisco alla violenza sulle donne, agli atti di bullismo e cyber bullismo tra i giovani e alle truffe a danno degli anziani. Per sostenere la battaglia alla violenza sulle donne non bastano le azioni di repressione ma è necessario puntare sulla prevenzione, riuscire a raggiungerle già dai primi segnali di violenza».

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«I dati sono chiari: con le azioni di repressione non si sono ottenuti grandi risultati, dobbiamo lavorare diversamente, metterci in rete con le altre forze dell’ordine, le Amministrazioni comunali, le Procure, i pronto soccorso e attivare tavoli di lavoro per valutare le criticità, le proposte e gli interventi. La stanza di ascolto è solo il primo passo verso la conquista della fiducia delle donne. Se ancora tra le vittime di violenza solo l’8% denuncia è perché manca la fiducia nel poter avere la certezza della protezione».

Sono tanti gli aspetti da gestire per una donna che chiede aiuto perché sta vivendo storie di dolore, di sofferenza, di abuso. Non solo garantirle protezione, ma anche prendersene cura dopo la scelta di denunciare, quando dovrà fare i conti con la ricerca di un posto dove vivere e l’autosufficienza economica. Ed è per questo che dovrebbero beneficiare delle stesse misure contemplate per i collaboratori di giustizia.

Nelle parole del Questore è emersa la centralità di fare rete con le altre realtà istituzionali e soprattutto con la scuola perché è da lì, educando le future generazione, che comincia l’argine a questo dramma sociale e culturale. E parte importante è anche lo sport, che è grande fattore di inclusione.

Ma fare rete anche con le realtà private, proprio come il Sorptimist che si occupa della tutela dei diritti umani in generale e promuove campagne di sensibilizzazione affinché le donne possano attuare il loro potenziale.

«Il nostro ruolo è proprio quello di intervenire nella parte iniziale del maltrattamento e permettere alle donne di riconoscere quei segnali che denotano subito una relazione tossica. Riconoscerla e segnalarla permette di non arrivare a condizioni ben più gravi, considerando che il 78 % delle violenza si consuma tra le mura domestiche, per mano del partner».

«La realizzazione della stanza – ha sottolineato la presidente Catia Mastantuono – è un’importante azione concreta che caratterizza le socie Soroptimist di Jesi, impegnate e attive nel coinvolgere le istituzioni, la società civile, i media, i social, in iniziative volte a contrastare ogni tipo di violenza contro le  donne: da quella psicologica a quella economica, dalla molestia al controllo dei dispositivi digitali fino ad arrivare alla violenza fisica. Acquisire maggiore consapevolezza è importante perché le donne non accettino nel silenzio soprusi e prevaricazioni, ma trovino la forza di allontanarsi, di trovare supporto nei centri antiviolenza, di riconoscere e troncare una relazione tossica, di rivolgersi al 1522 e di denunciare alle forze dell’ordine».

Una stanza tutta per sé segna un passo importante nella creazione del rapporto di fiducia che passa anche per le azioni di intervento educativo.

«Siamo in emergenza educativa – ha detto il vescovo Gerardo, che ha benedetto il locale – si deve incominciare dai bambini a fare prevenzione stimolandoli al rispetto della vita e degli altri e per fare questo serve una grande collaborazione tra le istituzioni che ruotano intorno al bambino: la scuola, la parrocchia e lo sport».

A rendere accogliente la stanza è stata l’interior designer Sonia Regini che, a titolo volontario, ha scelto con cura ogni minimo dettaglio, insieme alle associate del Soroptimist, dalla tinteggiatura color salvia delle pareti, al mobilio accogliente, ai quadri delicati, all’angolo pensato per i bambini, quando la donna non si presenta sola, i libri forniti dalla Raffaello Editrice.

Una stanza tutta per sé è concretamente un’aula per l’audizione protetta della donna che denuncia atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto persecutorio e violento, allestita in un apposito ambiente riservato e reso più accogliente. Pensata per favorire un approccio con gli investigatori che eviti il configurarsi di eventi traumatici e mira altresì a trasmettere un clima di piena attenzione per le sofferenze subite in un contesto riservato. Nella stanza è stato collocato anche il kit informatico audio-video per la verbalizzazione delle denunce.

Per la ristrutturazione ha dato il suo contributo l’Amministrazione comunale, presente al taglio del nastro con il vice sindaco Samuele Animali che ha concluso l’inaugurazione sottolineando come «la presenza delle istituzioni al fianco delle forze di polizia è il segno di una comunità che guarda alle persone deboli. L’unico modo per contrastare i fenomeni di violenza è fare rete e unire gli intenti».

L’inaugurazione ha assunto un particolare significato sia per la Polizia di Stato, da tempo impegnata nella campagna dipartimentale …Questo non è amore, sia per il Soroptimist, poiché è giunta a ridosso delle due settimane di attivismo per la campagna mondiale delle Nazioni Unite Orange the World – Read the Signs 2023, che parte oggi, 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e si protrarrà sino al 10 dicembre, Giornata mondiale dei Diritti Umani.

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