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JESI “I FESTAROLI” DEL QUARTIERE SONO L’ANIMA DELLA PARROCCHIA

Si sono adoperati per l’organizzazione durante le settimane precedenti la ricorrenza di Sant’Antonio Abate 

 

JESI, 22 gennaio 2019 – Almeno per un giorno la parrocchia di Sant’Antonio Abate si conferma al centro dell’attenzione di molti cattolici jesini, specialmente per quanti hanno a cuore gli animali di ogni razza che ognuno tiene in casa o negli spazi comuni dei condomini. La dimostrazione, ancora una volta, è avvenuta domenica scorsa (20 gennaio) quando centinaia di persone hanno assistito al rito religioso delle 10,30 presieduto dal Vescovo, Mons. Gerardo Rocconi, assistito dal parroco, Mons. Giuseppe Quagliani. Qualcuno, tra i fedeli, ha portato con se qualche piccolo animale, c’era quello che teneva in braccio un piccolo gatto e chi un cucciolo di cane.

Immancabili, anche in questa edizione, i “festaroli”, vale a dire quegli uomini che nelle giornate e settimane precedenti la ricorrenza di Sant’Antonio si sono adoperati per l’organizzazione distribuendo inviti, raccogliendo offerte per la chiesa, donando le immagini del Santo, cercando omaggi da distribuire tra i partecipanti al pranzo della festa. Insomma gente che annualmente si attiva per fare di questa antica festa – un tempo sentita dalla gente di campagna – un momento di aggregazione generale, a prescindere dai propri convincimenti. E proprio ad uno di questi momenti i fedeli hanno assistito con curiosità ed interesse. È stato quando, terminata la celebrazione della Messa, i più piccoli della Parrocchia, bambini e bambine delle scuole elementari, si sono posizionati ai piedi dell’altare ed hanno eseguito un bellissimo canto, avendo tra gli ascoltatori il Vescovo Gerardo.

Conclusa l’esibizione, Vescovo e Parroco si sono portati sul sagrato dove ad attenderli c’erano tantissime persone, quasi tutte accompagnate dal loro animale d’affezione; c’era chi teneva abbracciato il grosso gatto o in cagnolino mignon e chi deteneva in un trasportino il suo animale del cuore. Immancabili, anche quest’anno, gli appassionati di equitazione con i loro cavalli, particolarmente ammirati dai bambini e, in generale, dalla moltitudine.

È tra questi che Mons. Rocconi si è calato, impartendo la benedizione, lanciando acqua santa con l’aspersorio e recitando le preghiere. In precedenza il Vescovo aveva camminato nel percorso opportunamente predisposto benedicendo uomini, donne ed animali arrivati appositamente nel quartiere Minonna e nella chiesa di Sant’Antonio Abate.

Il momento religioso, quello di festa ed allegria era però cominciato ben prima dell’inizio della Messa, nelle prime ore della giornata, quando si è aperto il salone parrocchiale dove i festaroli avevano allestito i tavoli per la distribuzioni delle immancabile “pagnottelle de Sant’Antò”, che un tempo erano condivise con gli animali delle campagne e che oggi sostituiscono quasi completamente il pane dei pasti. Una tradizione, quella delle “pagnottelle” che è perpetuata non solo dalla gente di campagna, ma anche dai tanti residenti nel centro cittadino che per l’occasione arrivano in questo quartiere periferico della città.

La festa è poi proseguita con il tradizionale pranzo comunitario nei locali sottostanti la chiesa, solitamente riservati al gioco della bocce. Qui si sono ritrovate oltre centosessanta persone (se ne erano prenotate di più, ma l’influenza ha colpito anche i minonnari) che si sono sedute attorno ai tavoli dove altri abitanti della zona hanno servito loro un pasto cucinato secondo i canoni della cucina tradizionale jesina; piatti ancora una volta particolarmente graditi, specialmente da chi non vuole dimenticare i sapori dell’antica cucina. Terminata (dopo oltre un paio d’ore) questa “fatica” i commensali hanno estratto dalle loro tasche i biglietti con i quali hanno partecipato alla tradizionale lotteria che metteva in palio una quarantina di premi, primo fra tutti un agnello e 5 litri di buon vino. Immancabili i commenti più o meno satirici ogni qualvolta il premio veniva ritirato, ma il tutto con l’allegria che momenti conviviali come questi regalano ai presenti.

(s. b.)

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