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Cronaca

Jesi Il 25 aprile: l’antifascismo è sempre militante, è un moto dell’anima

La celebrazione ai giardini con la messa, il corteo da Piazza Pergolesi e gli interventi in Piazza Indipendenza: dopo due anni evento in presenza

di Pino Nardella

Jesi, 25 aprile 2022 – Dopo due anni all’insegna della pandemia che ha costretto a ridurre – o cancellare – all’essenziale ogni tipo di manifestazione, finalmente quest’anno il 25 aprile si è potuto dispiegare nei tradizionali appuntamenti che hanno scandito la mattinata odierna.

Una festa della memoria, una festa di popolo, un incontrarsi di nuovo nel nome dei valori che promanano dalla nostra Costituzione, scritta soprattutto sul sacrificio di quelle vite che si sono sacrificate per un futuro che fosse di libertà. Quel sangue versato in una lotta di redenzione è tutto lì, parla da quelle pagine che conformano la nostra democrazia la quale, per quanto imperfetta, abbraccia tutti e a tutti garantisce nell’essere uomini liberi nella parola, nell’azione, nell’appartenenza, nel proprio credo.

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La messa al campo, i giardini di Viale Cavallotti, alla presenza del sindaco Massimo Bacci, consiglieri comunali, associazioni combattentistiche e d’arma con i propri labari, forze dell’ordine, Croce Rossa, Polizia Locale, Vigili del Fuoco, la banda cittadina e tanta gente, ha aperto le celebrazioni in presenza, messa officiata sotto un sole tiepido e beneaugurante, da padre Matteo – da pochi mesi in città – del santuario delle Grazie, coadiuvato dal diacono Marco D’Aurizio.

«Importante fare memoria – ha detto nell’omelia – perché tutti noi siamo debitori del passato. Conoscere la storia ci permette di poterla completare in modo positivo in quanto chi non conosce non riflette e sarà in difficoltà nel creare una vita migliore, vivrà il presente da persona povera, misera».

«Il presente ha un cuore antico, legato anche alla lotta di Liberazione della nostra Patria per poter aspirare a una vita solidale, libera, fraterna. La celebrazione di oggi ci sia di aiuto, di stimolo, per evitare gli errori del passato e rendere migliore la nostra vita personale e comunitaria».

Al termine della funzione religiosa Marinella Cimarelli ha letto la sua poesia 25 Aprile -Somma Gloria, regalando ai presenti un momento di intensa emozione per quei figli perduti votati al martiriocaddero a milioni nei campi per le dure battaglie, al grido di Libertà… quale immenso dono è stata la vostra vita. A memoria sempre.

Dopo la deposizione della corona d’alloro al Monumento ai Caduti da parte del primo cittadino, il corteo si è formato in Piazza Pergolesi per procedere, aperto dalla banda, verso Piazza Indipendenza dove, dopo aver deposto nell’atrio del Palazzo comunale un’altra corona d’alloro ai caduti, si è sviluppato il momento clou della giornata con gli interventi degli oratori.

Dante Ricci ha letto, all’inizio, il passo finale del libro Una vita per la libertà, di William Graziosi, descrivendo gli ultimi momenti di Eraclio Cappannini, il 20enne partigiano jesino fucilato ad Arcevia dai nazisti il 5 maggio 1944. L’ultima lettera del martire di libertà, è stata a sua volta proposta da Nico Alberici.

«La nostra Costituzione – ha poi sottolineato il Sindaco nel suo intervento, citando Calamandrei – è nata dove sono morti gli uomini che hanno combattuto per la libertà. Questa è una festa per tutti e sono particolarmente grato alla famiglia Cappannini, a Maria Luisa, che ha voluto fare dono al nostro Comune dell’ultima lettera scritta, prima di essere fucilato, da Eraclio, della medaglia d’argento al valor militare conferitagli e della divisa con la quale si presentò davanti al plotone d’esecuzione, divisa che ancora porta il foro del proiettile all’altezza del cuore».

Un inno alla pace l’intervento di Rosalba Cesini dell’Anpi, che ha voluto anche ricordare la scomparsa di Sergio Cerioni, già assessore ai servizi sociali del Comune e primo coordinatore d’Ambito IX, iscritto all’associazione, che ha lasciato di sé un segno profondo.

«Il 25 aprile è il giorno più bello per il nostro Paese – ha tra l’altro detto -, che segna la rinascita del nostro popolo. E di fronte all’aggressione dell’Ucraina è ferma la condanna della Russia di Putin, per la sua scelta imperialista e scellerata. Una guerra che viene da lontano, la quale non tiene conto degli interessi dei popoli, interessi che non coincidono con quelli dei potenti. Occorre una tregua immediata, far garrire nelle piazze le bandiere della pace».

Ricordati i martiri fucilati nel nostro territorio dalla barbarie nazifascista con l’accento al fatto che l’antifascismo è sempre attuale, è un moto dell’anima per arginare odio e intolleranza.

«Celebriamo qualcosa che non è stato, ma che continua».

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