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Cronaca

Jesi L’antropologo Marco Aime fa il pieno al Festival Jesi Educa

Una delle giornate più significative per riflettere e approfondire le tematiche del senso di identità e di comunità

Jesi – Grande partecipazione per il doppio incontro con l’antropologo Marco Aime, per una delle giornate più significative del Festival Jesi Educa. Dapprima quello con gli studenti dell’Istituto Galilei e del Liceo delle Scienze Umane, poi quello aperto alla cittadinanza. Occasioni entrambe di riflessione e approfondimento sulla tematiche del senso di identità e di comunità.

La giornata ha permesso all’assessora alle politiche giovanili e all’educazione civica, Emanuela Marguccio, di presentare il nuovo logo della Comunità Educante, il patto che vede coinvolti 45 soggetti – comprese tutte le scuole di ogni ordine e grado – e che punta ad analizzare le condizioni dell’infanzia, dell’adolescenza e delle realtà giovanili per promuovere lo scambio di informazioni e buone pratiche, prevedere una formazione comune dei formatori e dei cittadini, attuando le azioni proposte dai giovani come protagonisti in città.

Proprio con l’obiettivo di concretizzare le azioni della Comunità Educante è nato il Festival Jesi Educa, che vuole essere uno dei fil rouge che collegano i soggetti aderenti al patto per promuovere attività condivise che quest’anno ruotano attorno al centenario della nascita del maestro e pedagogista Alberto Manzi.

«Quelli con il prof. Aime – ha sottolineato Emanuela Marguccio – sono incontri che resteranno nel cuore di chi ha avuto modo di esserci. A lui un doppio ringraziamento: sia per gli spunti che ci ha offerto nei suoi interventi, sia per aver preso a cuore questa esperienza di Jesi della Comunità Educante ed il progetto di Jesi Educa».

«Un progetto che vedrà altri numerosi appuntamenti nel corso dell’anno per osservare, riflettere, discutere, ascoltare, capire, partendo da ciò che il maestro Manzi aveva più a cuore: la valutazione educativa, l’inclusione, l’intercultura, l’innovazione tecnologica, ma anche l’interesse per la scienza, il linguaggio fiabesco e la possibilità di apprendere ad ogni età».

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