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Cronaca

Jesi Le 100 candeline di Marcello Grizi

Una vera “memoria storica” della città, ha festeggiato l’importante traguardo tra il calore di familiari e amici e con gli auguri del sindaco Lorenzo Fiordelmondo

Jesi – Un sabato all’insegna della festa grande per Marcello Grizi che oggi ha soffiato sulle sue 100 candeline, tra il calore di familiari e amici, alla presenza del sindaco Lorenzo Fiordelmondo che ha partecipato al raggiungimento dell’importante traguardo di vita

Ancora lucido e autonomo, Marcello Grizi si tiene aggiornato quotidianamente sulla cronaca della sua città, leggendo ogni mattina i giornali, guardando documentari e partite in tv. Due anni fa è andato anche a votare per le elezioni della nuova Amministrazione comunale. E’ ancora curioso e mantiene sempre la mente allenata, una vera memoria storica della città.

Ascoltarlo mentre racconta le bravate di gioventù significa fare un salto nel tempo e immergersi in un tessuto di relazioni semplici e profonde, quando c’era la miseria ma ci si divertiva con poco, si viveva nel dopoguerra e quello che accadeva sapeva di rinascita. Per scendere a giocare non serviva il cellulare, bastava un fischio lungo la via e tutti gli amici scendevano per incontrarsi.

«Da ragazzo ero uno scapestrato e ogni tanto combinavo delle marachelle – ci racconta -. Non mi piaceva molto studiare, così qualche volta con gli amici invece di andare a scuola, ci fermavamo in Piazza Padella (Piazza Oberdan) a giocare con una palla di pezza. Mio padre a casa teneva un frustino che ha usato fino a quando avevo 15-16 anni, per punirmi se le combinavo troppo grosse».

«Lui era geometra e ci teneva che anche io studiassi e mi facessi una posizione. Mi mandava a ripetizione delle materie in cui non ero bravo ma un giorno, quando andò a pagare le lezioni dal professore, lui gli disse che a ripetizione non c’ero mai andato… Lì sì che usò il frustino! Fui bocciato in terza elementare, mentre al 1° ginnasio fui rimandato di latino, il professore mi aveva dato 5. All’esame di recupero presi 4 e fui bocciato. Allora mio padre decise di iscrivermi a geometri, con le materie matematiche andò meglio».

Viaggia tra i ricordi della vita di un tempo: scene della sua storia, quella degli amici con cui ha condiviso la spensieratezza di gioventù, scorci delle vie di Jesi, che conosce come le sue tasche, ma anche istantanee dei sui viaggi in Vespa, con cui girava il continente.

Marcello Grizi con il nipote Paolo senesi e un amico di famiglia

«La Vespa l’ho comprata da ragazzo, costava 68mila lire, ma io la pagai 86mila con le cambiali. Adesso mio nipote Paolo e suo figlio l’hanno sistemata e fa parte delle moto d’epoca, targa oro. Loro la usano ancora e io ci sono anche salito, di recente. Da ragazzo ci ho girato l’Italia, l’Europa e i paesi dell’Est. Ricordo i viaggi a Gibilterra, a Copenaghen e a Sofia. Di solito partivo con il mio amico Santinelli, che è stato per tanti anni preside di Liceo a Jesi, lui aveva la moto io la Vespa».

«Mentre giravamo per Sofia, abbiamo incontrato un professore universitario che parlava bene l’italiano, un uomo colto ma vestito di stracci. Abbiamo chiacchierato e, prima di salutarci, ci ha chiesto se potevamo regalargli delle camicie. Gli abbiamo dato entrambi la migliore che avevamo. Mi ha fatto tanto riflettere quell’episodio: da noi i professori universitari erano persone distinte e ben pagate, nel loro Paese, invece, gli stipendi più alti li davano agli operai, perché iniziavano prima a lavorare e a produrre. Chi studiava era condiderato un peso per lo Stato, quindi come stipendio faceva la fame».

Continua a raccontare della sua gioventù e dei viaggi che hanno caratterizzato la sua vita, non solo di piacere ma anche di lavoro, come dipendente dell’Unpa Casas, Ente delle Nazioni Unite, che costruiva abitazioni per i senza tetto, andava in giro per l’Italia. Poi il ritorno a Jesi per sposarsi con la sua Valeria e la carriera da perito assicurativo, la vita familiare con gli affetti più cari, la moglie e il figlio Andrea.

Dai suoi ricordi emerge la nostalgia di tempi genuini, l’energia di chi ne ha viste tante ed è pieno di gratitudine per tutto quello che la vita gli ha offerto, anche per le conquiste raggiunte, generoso e altruista, ancora pieno di vitalità ci svela i suoi segreti per questa eterna giovinezza d’animo.

«I miei vecchi quando ero giovane mi dicevano sempre: un bicchiere d’acqua fresca la mattina è una buona medicina, allora io lo bevo sempre! Durante la giornata mi piace guardare la televisione, per tenermi informato con i programmi d’attualità e leggo anche i quotidiani locali per sapere cosa succede nella mia città. E’ vero sono andato anche a votare, a settembre 2022, per il mio senso del dovere civico, ma i governi li valuto in base a quello che fanno, non ho mai aderito a uno schieramento politico, questo Sindaco lo ammiro per come si sta comportando nell’impegno verso la città».

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