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Cronaca

JESI Massimo Stronati: «Caterpillar caso devastante»

L’imprenditore, presidente Confcooperative Marche e Presidente nazionale Confcooperative Lavoro e Servizi: «Preoccupato e contrariato da una multinazionale “all for profit”»

JESI, 14 dicembre 2021Massimo Stronati, jesino, è il presidente Confcooperative Marche e presidente nazionale di Confocooperative Lavoro e Servizi, come imprenditore presidente di Csg Facility di Jesi, la più grande cooperativa delle Marche di facility management, con 600 addetti in sette regioni del centro e del sud Italia.

Non poteva, anche lui, non soffermarsi sul caso scoppiato nel mondo del lavoro in queste ultime ore, la vertenza Caterpillar che sta avvelenando d’improvviso i giorni dei suoi 260 dipendenti e non solo.

«Io sono nato a Jesi in un quartiere dove c’erano 4 grandi fabbriche, la Gherardi, Italim (Angelini), la Saffa e la Sima – rammenta -. La Gherardi dopo la crisi e il passaggio attraverso la Gepi (una finanziaria pubblica) è approdata nella Fiatagri, oggi Cnh, la Italim, poi Fater ha spostato le attività ad Ancona presso il gruppo Angelini, la Saffa ha chiuso nella seconda metà degli anni 80, mentre la Sima ha trovato la sua prosecuzione nelle attività attraverso la multinazionale Caterpillar».

«Tutto questo per dire che la Caterpillar è ormai in maniera consolidata un pezzo importante della Jesi imprenditoriale, della storia economica di questa città e di questo territorio».

Inutile soffermarsi sul fatto che c’è tanta preoccupazione, lo stesso Stronati non ne è esente e lo dice a chiare lettere.

«Sono preoccupato? Certo, io faccio l’imprenditore nella cooperazione, e le cooperative, radicate come sono nel territorio non delocalizzano; in queste ore si parla di un sito produttivo che verrà delocalizzato. Oltre che preoccupato sono assolutamente contrariato. Una multinazionale “all for profit” che sposterà delle produzioni in Paesi più attrattivi dal punto di vista dei costi diretti e delle tasse. Perderanno il lavoro 260 persone, oltre ovviamente l’indotto – per Jesi è devastantesi disperderà la professionalità di queste maestranze. Ci vuole un patto forte tra parti sociali, Comune e Regione per salvare il lavoro in questo territorio ed anche poi per altre zone di questa Regione. Il lavoro non può mancare, il lavoro va salvaguardato e vanno incrementate le opportunità di occupazione».

Rimanendo in tema lavoro – occupazione il mirino si sposta su un altro grande obiettivo, del quale si è tanto parlato.

«E’ da più di un anno e mezzo che si parla di Amazon a Jesi, io giro l’Italia e vedo altre aperture, quella di Jesi è in stand by, perché? Si parla di concertare, e la concertazione in Regione c’è…. si parla di fare sistema, in alcuni comparti sta avvenendo, ma secondo me bisogna fare di più, questo territorio deve essere preso in considerazione perché è reattivo, è pronto da sempre per grandi progettualità. Adoperiamoci tutti, la Regione in primis per sbloccare questo grande insediamento» .

«Non possiamo aspettare promesse – sottolinea Stronati -. Perché poi, come nel caso Caterpillar, abbiamo a che fare con multinazionali, le cui teste ragionano altrove e dove i territori non pesano per quello che portano nel Dna ma per quello che rendono».

(Redazione)

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