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Cronaca

Jesi Parco Granita: giù 5 alberi, ma eccone 14 nuovi di specie protette

Faranno posto alla pedo-ciclabile e verranno sostituiti da roverella (la quercia comune dal nome scientifico Quercus pubescens), due roveri (Quercus petraea) e 11 bagolari

Jesi – Nuova ordinanza di abbattimento per 5 alberi risultanti nell’elenco di quelli protetti secondo la legge forestale regionale (n°6/2005).

Si tratta di cinque bagolari (Celtis australis) che, stando a quanto si legge nell’apposita determina dell’Area Lavori pubblici, Manutenzioni e Patrimonio, in quanto intralciano la realizzazione del percorso pedo/ciclabile che rientra nel progetto di riqualificazione degli spazi pubblici del quartiere San Giuseppe – Granita, finanziati con fondi del Pnrr.

Lavori in corso per la riqualificazione del parco del Granita

Il principio applicato dal Comune è lo stesso sul quale si fa perno per abbattere i 4 pini italici (Pinus pinea) all’interno della scuola primaria Garibaldi di via San Giuseppe, che intralciano la realizzazione della nuova mensa scolastica. Le Amministrazioni pubbliche possono appellarsi in questi casi a un’apposita norma prevista dalla legge che permette “di abbattere essenze arboree protette, verificata l’inesistenza di soluzioni alternative”, per la “realizzazione di opere di interesse pubblico.

La stessa legge regionale6/2005, modificata dalla L.R.3/2014, però, prevede nel contempo che debbano essere adottate delle “misure di compensazione al fine di garantire la conservazione e la rinnovazione del patrimonio arboreo regionale”.

Per questo motivo nella stessa determinazione in cui si decreta il taglio dei 5 bagolari, si prevede la piantumazione di ben 14 nuovi alberi, tutti appartenenti a specie protette, come quella abbattuta.

Il cantiere per la riqualifica del Parco del Granita

In particolare, il Comune di Jesi ha deciso che al Parco del Granita ripianterà una roverella (la quercia comune dal nome scientifico Quercus pubescens), due roveri (Quercus petraea) e ben 11 nuovi bagolari. Con il saldo finale che segnerà pertanto un + 9 alberi rispetto alla situazione attuale.

Insomma, si continua a puntare sul bagolaro e non a caso. Questo perchè la specie particolarmente resiliente, già presente in zona Gallodoro, è quella scelta dall’Amministrazione comunale per andare a rimpiazzare i pini italici che andranno via via sostituiti (ove necessario) dato che le loro radici stanno provocando vari rialzamenti nella strada.

Inoltre, gli apparati radicali del pinus pinea, essendo molto superficiali, si sono danneggiati e non riescono più ad ancorare perfettamente l’enorme mole degli alberi cresciuti di altezza e di peso nei decenni, divenendo pericolosi, specie in concomitanza dei sempre più frequenti fenomeni atmosferici estremi.

Pini italici, bagolari ed altre specie tra via Gallodoro e via del Prato

Una specie bellissima, ma in definitiva inadatta per le aree urbane, in quanto gli ancoraggi a terra, limitati da ostacoli di asfalto e cemento, faticano a svilupparsi di pari passo all’imponenza che affiora dal terreno.

Il bagolaro, invece, anche se come il pino italico può raggiungere negli anni anche i 30 metri di altezza, è una pianta particolarmente resistente, a tal punto che viene utilizzata per i rimboschimenti di aree rocciose. Le sue radici, infatti, sono in grado di farsi strada tra le pietre e addirittura di penetrare nelle rocce sgretolandole, caratteristica che gli è valsa l’appellativo di albero spaccasassi.

Insomma, con i bagolari le Amministrazioni (e soprattutto i cittadini) del futuro non avranno problemi di sorta legati alla stabilità di questa essenza arborea, le cui radici la ancorano saldamente a terra, avendo la caratteristica di proiettarsi profonde ed espanse, anche più estese dell’ampiezza della chioma.

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