Segui QdM Notizie

Cronaca

Jesi San Giuseppe e la sicurezza nel quartiere, depositata la raccolta firme

Petizione presentata alle Forze dell’ordine e al Comune di Jesi per richiedere un intervento definitivo a tutela dei residenti

Jesi – Sono una cinquantina le firme raccolte nel giro di un paio di settimane relative alla Petizione per richiesta di intervento a tutela della salute dei cittadini“, che i residenti di San Giuseppe hanno depositato agli uffici delle Forze dell’ordine e del Comune di Jesi, segnalando le situazioni critiche presenti nel quartiere a partire dal tema della sicurezza e del disturbo della quiete pubblica.

Erano maturi i tempi per portare avanti l’iniziativa, ha raccontato uno dei residenti sostenitori della petizione, a causa del verificarsi di episodi reiterati nel tempo che gli abitanti di San Giuseppe non possono più accettare perché minacciano la tranquillità del quartiere, disturbano il loro sonno, «determinano uno stato di insicurezza, malessere e forte malumore», come hanno scritto nella petizione.

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, portando i residenti a lanciare l’SoS dell’esasperazione, il ritrovamento, lo scorso 4 agosto, di un 25 enne privo di sensi davanti al garage di un condomino del quartiere, segnalato dagli operatori di Jesi Servizi, che avevano richiesto l’intervento del 118 e il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani”.

Un episodio avvenuto dopo numerose altre situazioni segnalate dai residenti, a partire dagli schiamazzi notturni nel quartiere, alle urla e alle risse, ai traffici di persone poco raccomandabili e di strani scambi tra personaggi italiani e stranieri.

«E’ un quartiere in cui non ci sentiamo più sicuri – avevano detto gli abitanti quando hanno avviato la raccolta firme -. Non ci fidiamo più a far uscire i nostri ragazzi sotto casa come si faceva una volta. Il timore di spostarsi tra le vie del quartiere aumenta soprattutto di notte, quando si riempiono di schiamazzi, di uomini ubriachi che urlano e si minacciano ad alta voce, si picchiano».

«Assistiamo a scambi tra personaggi poco raccomandabili che approfittano dell’oscurità e dei luoghi più nascosti, complice anche la vegetazione incolta che crea coni d’ombra, di cui approfittano per trafficare con soldi e droga. Così come sono molti gli episodi di risse, spesso violente, tra ragazzi extracomunitari, che avvengono anche di giorno».

La petizione è stata depositata il 17 agosto presso gli uffici delle Forze dell’ordine e del Comune di Jesi, la richiesta dei cittadini è di effettuare un intervento risolutivo.

«Si sta attivando una collaborazione reciproca – ha raccontato uno dei residenti – sia tra noi residenti che con le Forze dell’ordine che ci hanno consigliato di effettuare le segnalazioni ogni qualvolta si verifichino situazioni strane. Per ora ci hanno detto che è stato aperto un fascicolo, con le segnalazioni effettuate che sarà presentato al questore di Ancona».

«In queste settimane sono anche aumentati i controlli di Polizia e Carabinieri e sembra che negli ultimi giorni gli schiamazzi notturni siano diminuiti. Tutto questo nella speranza di trovare una soluzione definitiva che ci permetta di riacquistare fiducia e di riprenderci la tranquillità di cui abbiamo bisogno».

«Durante il confronto con gli altri residenti per la raccolta firme, sono emerse varie criticità del quartiere: oltre a quella della sicurezza anche la scarsa manutenzione di strade e marciapiedi e la trascuratezza del verde pubblico».

A preoccupare sono le siepi, ormai altissime, che costeggiano Campo Boario e che ostacolano la visibilità, risultando pericolose per gli attraversamenti pedonali soprattutto se ad attraversare sono i bambini che dietro le fronde potrebbero non essere visti dai conducenti.

Tra i residenti che hanno condiviso le lamentele relative al quartiere non tutti se la sono sentita di firmare la petizione pur manifestando il personale malcontento.

«Molti di loro sono delusi e sfiduciati dal disinteresse verso il quartiere, mostrato negli anni dalle varie Amministrazioni e si sentono abbandonati. Altri pensano invece che la collaborazione e il “fare fronte comune” potrà portare a piccoli passi verso un miglioramento».

© riproduzione riservata

News