Segui QdM Notizie

Cronaca

MOIE Coronavirus, parla una mamma di origine cinese: «Siamo preoccupati»

«Situazione di cui risentono le attività commerciali, come i ristoranti cinesi», controlli per viaggiatori  rientrati dall’Asia

MOIE, 31 gennaio 2020 – «Il virus è nemico di tutti gli esseri umani, non solo dei cinesi». Il famigerato coronavirus, dal profilo genetico molto simile a quello della Sars, sta generando allarmismo dovuto, per lo più, a notizie non correttamente interpretate.

La conseguenza è che molti cittadini dai lineamenti asiatici vengono allontanati e le attività commerciali evitate: «Alcuni membri della mia famiglia vivono a Shanghai – spiega una donna di origine cinese, che preferisce rimanere anonima, residente a Moie da 10 anni, madre di un bambino nato e cresciuto in Italia -. Qui la situazione è diversa da quella della città di Wuhan, epicentro del coronavirus, e sin da subito sono state avviate pratiche preventive. La Cina è un Paese enorme con un divario tra una città e l’altra davvero grande: alcune province sono povere, altre realtà sono invece molto sviluppate».

Sei preoccupata per quello che sta accadendo, come tutti…

«Preoccupata certo, come tutti. Purtroppo poche persone conoscono la Cina e il popolo cinese: quando sono arrivata in Italia mi hanno chiesto se mangiavo animali strani perchè credevano che nel mio Paese di origine fosse abitudine ma non lo è. Se si mangiano è perché in alcune zone si vive in condizioni di povertà estrema. Il governo cinese non rappresenta tutti i cinesi e il Paese è molto cresciuto negli ultimi 20 anni».

Negli ultimi giorni ne tuoi confronti ci sono stati episodi di discriminazione?

«No, Moie è un piccolo paese e ci si conosce ma so che soprattutto le attività commerciali, i ristoranti in particolare, ne risentono. Il cibo dei ristoranti cinesi però non viene dalla Cina ma è prodotto in Europa. Io spero che i cinesi non vengano discriminati per questo: siamo sempre stati solidali con i Paesi che hanno subito tragedie, anche quando c’è stato il terremoto in Italia. Servono compassione e solidarietà, non accuse o critiche. Non è facile vivere in un altro Paese ma se tornassi in Cina non saprei da dove cominciare, paradossalmente sarei straniera anche lì e dovrei ricominciare daccapo».

L’allerta è massima e ogni Paese sta seguendo procedure precise di controllo e prevenzione…

«Il personale sanitario degli ospedali sta lavorando notte e giorno, le persone vanno in ospedale per effettuare controlli e monitorare la situazione. Sono fiduciosa che tutto si risolverà».

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, trattandosi di un virus che causa malattie respiratorie, ha fornito delle raccomandazioni utili per tutti e sta costantemente aggiornando i dati. Massima allerta dunque ma anche massima attenzione da parte delle autorità di tutto il mondo soprattutto nei confronti dei viaggiatori: l’INMI Lazzaro Spallanzani Istituto Nazionale Malattie Infettive di Roma ha contattato diversi viaggiatori, anche della Vallesina, rientrati da un viaggio in Asia, prima che il caso esplodesse, per effettuare accurati esami e scongiurare ogni pericolo.

Intanto tutti i voli da e per la Cina, dai nostri aeroporti, sono stati bloccati mentre due turisti cinesi, moglie e marito, sono stati ricoverati a Roma, sempre allo Spallanzani. Sono i primi due casi accertati nel nostro Paese.

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News