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MOIE SERVIZI A MISURA DI PAZIENTI, LA PETIZIONE DEL GRUSOL ARRIVA A 580 FIRME

Sì a piccole comunità, no a strutture di grandi dimensioni che mettono al primo posto la remuneratività a scapito della qualità

MOIE, 7 novembre 2019 – Sono state consegnate al presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, le prime prime 580 firme  a sostegno della petizione promossa dal Gruppo Solidarietà con cui si chiede di modificare in maniera sostanziale le proposte della Giunta.

Proposte che interessano circa 12.500 persone tra disabili, anziani non autosufficienti, soggetti con disturbi psichiatrici, minori, persone con demenza.

«Se la proposta regionale dovesse essere approvata così come presentata dalla Giunta – fa sapere il Grusol – si determinerà la fine dei servizi di piccole dimensioni (6-10 posti) inseriti nei normali contesti abitativi a vantaggio di grandi strutture (con decine e decine di posti) collocate, a causa delle dimensioni, ai margini dei territori».

Fabio Ragaini

Fabio Ragaini per il Gruppo Solidarietà di Moie

«Si tratta della riproposta del modello degli Istituti. La proposta è in perfetta linea con quelle di soggetti gestori (profit e non) con grandi capacità economiche. Proposte che mettono al primo posto la remuneratività dei servizi a scapito della qualità degli stessi».

Oltre ad avere effetti sulla qualità della vita degli utenti, la proposta prevede che per tutte le strutture attive o in via di attivazione, ovvero il totale dell’offerta da qui ai prossimi anni, si possa derogare dal rispetto di alcuni fondamentali requisiti strutturali (letti per camera, superficie minima, dimensionamento).

«Ciò determinerà, ad esempio, che per circa 1.800 posti (65% disabilità, 100% salute mentale, 50% anziani) potranno mantenersi anche camere a 4 letti. Servizi nei quali le persone possono vivere per diversi decenni. Le sole comunità per minori, con disturbi neuropsichiatrici, servizi delicatissimi, potranno arrivare ad avere anche 60 posti (40 posti residenziali + 20 diurni)».

Secondo l’associazione con sede a Moie, sono diverse le questioni dove occorre mettere mano: «La mancanza di figure educative nei servizi per la disabilità intellettiva, modalità di accesso diversificate per servizi analoghi, indicazione di équipe per valutazione e accesso in quelli rivolti a persone con demenza per le quali non è definita né composizione né organizzazione, possibilità di ricovero di minori in servizi rivolti ad adulti e anziani, assenza di indicazioni fondamentali nei servizi diurni, quali tempi di apertura. Va ricordata la fondamentale importanza, a tutela degli utenti, dei requisiti di autorizzazione, che sono vincolanti per tutti gli enti gestori, siano essi pubblici o privati».

(e.d.)

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