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MUSICA Franco Cerri, il lutto per un amico della musica e delle Marche

«La musica è un dono della natura che abbiamo avuto, e non dobbiamo mai dimenticarci di questo enorme tesoro che custodiamo»

Si è spento a 95 anni Franco Cerri, istituzione mondiale del jazz ( citato anche dall’enciclopedia Treccani) più di 70 anni di carriera, decine di dischi realizzati e tanti grandi della musica incontrati negli anni.

Nato a Milano nel 1926, Cerri ha collaborato e suonato con grandi come Gorni Kramer, Django Reinhardt, Dizzy Gillespie e Chet Baker. Ma la sua vocazione è stata anche nel trasferire la sua disciplina a giovani musicisti e studenti che hanno preso parte alle sue lezioni ed alle sue masterclass jazz.

Amico della musica e dei musicisti, nelle Marche ha lasciato una traccia evidente con i suoi concerti a Numana, con il suo impegno con la scuola di musica Opus1 e con uno dei suoi ultimi dischi registrati.

Nel 2015 infatti Cerri registrò il disco “Franco Cerri in one, two, three QUARTET!” accompagnato da Mauro Cimarra, Stefano Coppari e Lorenzo Scipioni. Il disco venne presentato durante una serata live al Marchese del Grillo di Fabriano.

Franco Cerri con Lorenzo Scipioni, Mauro Cimarra e Stegano Coppari

Non solo musica, perché Cerri è stato anche protagonista negli anni sessanta/settanta di un noto spot televisivo, diventando un volto familiare al grande pubblico

In una intervista del 2010, Cerri proseguiva nella sua opera di divulgazione musicale, incitando i giovani ad esplorare le tante forme della musica.

«Oggi avete tutto – queste le sue parole – Metodi, strumenti, partiture, registrazioni e qualsiasi cosa si possa desiderare. Persino con internet c’è possibilità di fare mille cose per imparare. Ed avendo la possibilità non farlo sarebbe un peccato. Quello che mi sento di dire è di buttarsi, di imparare, di insistere e non mollare. Perché suonare uno strumento, bene o meno bene questo non importa minimamente, è una cosa bella, un privilegio. La musica è un dono della natura che abbiamo avuto, e non dobbiamo mai dimenticarci di questo enorme tesoro che custodiamo».

(s.s.)

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