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STAFFOLO “Canti, ballate e altre storie”, con Marino Carotti happening coinvolgente

Presentazione del suo ultimo libro con trascrizioni musicali relative alla nostra cultura popolare, una ricerca sul campo in tutta la regione

STAFFOLO, 12 agosto 2021 – «In una splendida serata a Staffolo, ringrazio gli organizzatori e i collaboratori: Alessandra Severini, Marta Tesei, Lucia Toccafondo, Sauro Ragni, Giovanni Filosa, Piero Belardinelli, Stefano Amici, Gianluca Gioia, Chiara Ciacchella».

Con queste parole Marino Carotti, musicista, ricercatore, scrittore, ha ringraziato quanti hanno consentito a che la presentazione del suo ultimo libro, venerdì 6 agosto scorso, “Canti, ballate e altre storie”, presto diventata un happening coinvolgente per il pubblico che è potuto intervenire, ovviamente viste le nuove direttive appena entrate in vigore, entrasse nel vivo.

Staffolo è un punto ideale, uno scrigno che si attorciglia intorno a piccole antiche strade e che, all’improvviso, si apre sulla piazzetta della Biblioteca Comunale. Lì in estate circola un pressante refolo culturale, spesso ci convergono artisti, cantanti, scrittori, capirai, hanno il contatto (a distanza…) col pubblico che interloquisce e che viene un po’ da ogni parte delle Marche.

Forse sarebbe stata necessaria una seconda serata per soddisfare tutte le prenotazioni per questa presentazione evento. Carotti ha raccontato, come dice l’incipit della prefazione, di aver «pensato alla realizzazione di questo libro soprattutto perché la mia regione, le Marche, non dispone di molte pubblicazioni con trascrizioni musicali relative alla nostra cultura popolare. La mia ricerca sul campo, iniziata e condotta dal 1993, ha coperto tutte le province marchigiane; mi ha permesso di acquisire, tramite un registratore, un numero elevato di documenti orali di ogni genere, antichi o recenti, autoctoni o importati dai cantastorie, quando non dalle masse operaie (l’òpra) che si spostavano di paese in paese, ma anche di regione in regione, per lavorare nei campi durante le mietiture, le battiture o le vendemmie».

E’ vero, un libro arduo da affrontare, forse più per addetti ai lavori (e proprio per questo meritorio, come ogni testimonianza che affronti il muro del futuro dopo aver scavato nel passato), ma indispensabile se si pensa fra trent’anni, quando tanta musica non avrà lasciato più traccia.

Nel libro chiunque avrà la possibilità di poter acquisire quello che (testi, musiche, arrangiamenti) diventerà una testimonianza del passato assolutamente rispondente. Ma anche una base, che servirà a tanti musicisti di canti popolari di recuperare e affidarsi ad arrangiamenti che danno un corpo importante al brano. 

da sinistra: Piero Belardinelli, Leonardo Lasca, Alessandra Severini, Sauro Ragni, sindaco di Staffolo, Laura Bocci, Giovanni Filosa

 Vari gli interventi, Carotti si è alternato fra voce e chitarra solista e duetti con Piero Belardinelli alla fisarmonica, Stefano Amici all’organetto, i ballerini Gianluca Gioia e Chiara Ciacchella e altri amici che poi si sono immersi in una baraonda fra saltarelli, balli della nostra tradizione, un saluto affettuoso a Bob Dylan e a Fabrizio De Andrè.

Gli ingredienti per parlare dei due dischi che Carotti ha registrato negli anni scorsi c’erano tutti, per cui riascoltare, senza scendere in dotte disquisizioni che avrebbero ingessato la serata, pezzi che fanno parte della nostra terra e delle nostre tradizioni, ha permesso agli applausi di scrosciare in libertà.    

Giovanni Filosa

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