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Cronaca

VERTENZA ELICA Associazione Fabriano Progressista lancia la raccolta firme

Possibile anche effettuare donazioni per sostenere la cassa di resistenza lanciata dalle Rsu di Elica

FABRIANO, 30 maggio 2021 – Un raccolta firme per difendere il lavoro e sottolineare la contrarietà al piano presentato da Elica lo scorso 31 marzo.

Protagonista di questa nuova mobilatazione Associazione Fabriano Progressista che da ieri ha proposto ai fabrianesi un documento per chidere alla poltica di attivarsi in ogni modo possibile.

«L’associazione Fabriano Progressista – spiega il consigliere comunale Vinicio Arteconi – sta promuovendo una raccolta firme a sostegno dei lavoratori dell’Elica. La lettera-appello rivolta a Francesco Casoli è volta scongiurare il licenziamento dei 409 lavoratori. Inoltre, verranno raccolti contributi in denaro per finanziare la “cassa di resistenza” aperta dalla RSU al fine di sostenere anche economicamente i disagi che i lavoratori subiranno con le lotte intraprese».

Oltre a Fabriano e a tutti i comuni dell’unione montana, coinvolti nella raccolta firma anche i comuni di Mergo e Genga.

Prossimi appuntamenti fabrianesi per firmare il documento, 5 e 12 giugno in piazza del comune dalle 9 alle 13 e dalla 17 alle 20.

E poi l’invito, fatto alla politica, alla mobilitazione per difendere il territorio. «Fermatevi – si legge nel documento di accompagnamento alla raccolta firme – prima di distruggere un territorio, il nostro, e una storia, la vostra. All’Amministrazione Comunale, ai parlamentari eletti sul territorio e ai loro referenti al Governo, chiediamo di impedire che soldi dei contribuenti italiani finiscano per finanziare una delocalizzazione fatta solo per profitto».

«La proprietà e la dirigenza sembrano voler rinnegare la narrazione che voleva Elica come luminoso esempio del “made in Italy”. Ne dobbiamo dedurre che le campagne lanciate negli anni passati per “accendere Fabriano”, che il coinvolgimento di artisti famosi – ancora nel testo della raccolta firme, che chiede a Francesco Casoli di dire “basta” a questa vicenda – che il fatto di portare l’arte dentro lo stabilimento e agli uffici per trasmettere al lavoratore l’idea di essere parte di un processo creativo più che produttivo siano stati soltanto una cortina fumogena per coprire la ricerca nuda e cruda del puro profitto?»

Domani nuova tappa della vertenza: secondo incontro in Regione tra sindacati e vertici politici locali. Prima di questa nuova convocazione la nuova mobiltazione dei lavoratori,scesi in strada venerdì davati ai cancelli della Fime di Castelfidardo.

«Confermiamo la disponibilità al confronto con le organizzazioni sindacali. In quella sede – questo il commento dell’azienda a margine dell’ultima mobilitazione dei lavoratori e ribadito anche dopo l’ultimo incontro in regione – l’azienda ha già espresso una significativa apertura al dialogo sulla revisione del piano industriale oltre che sull’adozione di strumenti idonei a diminuire l’impatto sociale quali la reindustrializzazione e gli incentivi all’uscita».

(Redazione)

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