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CHIARAVALLE Polemiche per il divieto di affiggere un manifesto

I funzionari comunali non lo consentono all’ex sindaco Daniela Montali e ad ex consiglieri comunali: scoppia il caso

CHIARAVALLE, 25 febbraio 2021 – «Un atto grave, un episodio che offende la democrazia e la trasparenza. E non si parli di regolamenti».

Daniela Montali, già sindaco di Chiaravalle dal 2003 al 2012, commenta così la decisione dei dirigenti comunali di non consentire l’affissione di un manifesto pubblico che era stato firmato dagli amministratori e da alcuni consiglieri comunali che erano stati chiamati in causa per il presunto danno erariale, poi archiviato dalla Procura, nell’affaire Chiostro-Orto del Prete.

Il manifesto è intitolato Buona Politica e Calunnie e voleva far luce sulla conclusione della vicenda. «La Giunta Montali e i consiglieri che hanno approvato la convenzione tra Comune e parrocchia di Chiaravalle – è il contenuto -, hanno agito nel rispetto della legge e perseguendo l’interesse della città. A dirlo è la Corte dei Conti dopo aver valutato documenti e fatti. Dopo ben sette anni finalmente la magistratura mette fine ad una vicenda kafkiana e offensiva non solo nei confronti degli ex-amministratori ma di tutta la città. Chi in questi anni ha fatto della denigrazione, delle illazioni e delle falsità strumento per costruire la propria fortuna politica dovrebbe prenderne atto e agire di conseguenza. Chiaravalle di certo merita amministratori con maggiore onestà intellettuale e maggiormente degni dell’eredità di grandi figure come Molinelli e Mancinelli».

L’ex sindaco di Chiaravalle Daniela Montali

Ebbene Daniela Montali, che aveva pagato regolarmente anche la tassa d’affissione, stava aspettando di vedere i manifesti sui muri della città ma la responsabile dell’ufficio affissioni comunale ha negato la possibilità dell’affissione perché “l’art.61 del canone unico patrimoniale approvato nel Consiglio comunale del 21 gennaio 2021 consente solo a soggetti pubblici l’affissione di materiale pubblicitario: i cittadini, singoli o aggregati, non possono essere autorizzati ad affiggere manifesti”.

La Montali e con lei amministratori e consiglieri non ci stanno.

«Sul sito del Comune è ancora pubblicato il Regolamento per affissioni approvato nel 2011 che, quindi, risulta ancora vigente e dove non vi è alcun divieto ad affiggere manifesti da parte di cittadini e analoga situazione si rileva dalla lettura del 61 del Canone unico patrimoniale approvato il 21 gennaio scorso. Non c’è alcun passaggio che faccia interpretare un diniego a privati cittadini di ottenere l’autorizzazione all’affissione. Il canone non regolamenta la materia “affissioni”, di conseguenza niente viene detto circa i soggetti titolati a chiedere l’autorizzazione ad affiggere rinviando, ovviamente, al Regolamento per le affissioni di cui il Comune si è già dotato».

Ma, a parte regolamenti e norme, molti si chiedono se sia proprio giusto impedire a persone che, tra l’altro, hanno anche ricoperto incarichi e ruoli politici in città, di esprimere tramite un manifesto le loro idee.

Gianluca Fenucci

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