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Cronaca

GENGA È giallo sulle Antenne 5G, Filipponi: «Ad oggi non c’è traccia»

Il primo cittadino smentisce le dichiarazioni del capogruppo di minoranza: «La competenza è in capo allo Stato e non ai Comuni»

 

Il sindaco Marco Filipponi

GENGA, 15 luglio 2020 – Secca e documenta smentita «delle false affermazioni» di un consigliere di minoranza da parte del sindaco Marco Filipponi, su una questione sollevata dalla capogruppo delle minoranza, Simona Radicioni, che «additerebbe all’Amministrazione comunale una presunta fretta nelle procedure di installazione delle antenne 5G a Genga, antenne di cui ad oggi non vi è, in realtà, traccia alcuna».

Un tema particolarmete caldo, tanto che da parte della maggioranza di governo sono scattate le contromisure: «Evidentemente – sostiene a il primo cittadino di Genga – deve esserle sfuggito che in materia di infrastrutture tecnologiche la competenza esclusiva è in capo allo Stato e non ai Comuni. Tanto vero che tutte quelle ordinanze emesse da quei Comuni che si sono opposti alla sperimentazione, fondate sul principio di precauzione, alle quali la Radicioni si riferisce risulterebbero illegittime. Piuttosto – sottolinea – interroghiamoci: correva l’anno 2018 e si presentava all’Amministrazione comunale allora in carica, per la quale la Radicioni ricopriva la carica di consigliere di maggioranza, l’introduzione della tecnologia 5G nel territorio di Genga. Agli atti non risultano prese di posizioni contrarie in merito, nemmeno durante l’ultima campagna elettorale, dove la precedente amministrazione nulla ha detto sul 5G. Che dire invece del piano delle antenne, che secondo la legge regionale 12/2017, ogni Comune avrebbe dovuto adottare per “….minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, anche modificando gli strumenti di programmazione urbanistica” art. 6 comma 1 L.R. Marche 12/2017».

Aggiunge Filipponi: «Vi era in proposito una raccolta firme di ben 200 persone. Non abbiamo ereditato traccia, mentre l’attuale amministrazione ci sta seriamente lavorando da mesi. Prendiamo atto solo oggi che la Radicioni sia seriamente preoccupata per le sorti di tutta la cittadinanza, immolandosi a difesa di tante sedicenti cavie. Ci stringiamo a lei ed alla sua encomiabile disponibilità, nell’auspicio che lo Stato italiano prenda in merito una decisione saggia per tutti i Comuni d’Italia, non ultimo quello di Genga, per il quale la nostra attenzione è incondizionatamente altissima. Per ora però ci limitiamo a registrare che il decreto semplificazioni approvato dal governo il 6 luglio ultimo scorso, all’art. 38 comma 6 così dispone: “All’art. 8, comma 6, della legge 22 febbraio 2001 n. 36, il comma 6 è sostituito dal seguente: “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’art. 4”.

Conclude il primo cittadino: «Questo, tanto per chiarire che anche i “piani antenne” non possono limitare tecnologie (anche 5G) autorizzate dalloStato, ancora una volta deve esserle sfuggito qualcosa e a proposito di professionalità e competenza, consiglio vivamente a chi riveste un ruolo istituzionale di approfondire la materia, prima di pubblicare false affermazioni che possano destabilizzare la cittadinanza».

Daniele Gattucci

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