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Cronaca

Jesi Alluvione, ancora volontari in partenza per andare a spalare altro fango

Iniziativa del 21enne consigliere comunale Giacomo Mosca: «Noi giovani siamo anche questo, sensibili a temi delicati, attenti a ciò che ci succede intorno, disponibili nei momenti di necessità che però non vorremmo più subire»

di Pino Nardella

Jesi, 2 ottobre 2022 – Il più giovane dei consiglieri comunali di fresca elezione, Giacomo Mosca, 21enne, ha organizzato per oggi un’uscita volontaria per andare a dare una mano alla popolazioni del Senigalliese vittime lo scorso 15 settembre dell’alluvione che le ha messe in ginocchio e ancora alle prese con tanto fango da rimuovere.

La partenza da Jesi dei volontari ha avuto come punto di ritrovo il parcheggio del centro commerciale Coop alle ore 8.30 di questa mattina con un kit da portarsi composto da pala (per chi la possiede), stivali, guanti e una busta per mettere i vestiti sporchi dopo l’intervento

In 11 hanno risposto all’invito da Jesi, 2 da Chiaravalle e 6 da Polverigi, sono tutti giovani, quei giovani che si sono particolarmente distinti in questo frangente terribile nell’adoperarsi per portare aiuto concreto agli alluvionati.

«E tanta buona volontà, che non guasta mai», aggiunge il fondatore dell’associazione Jesi Clean.

«La Caritas di Senigallia – spiega Giacomo Mosca – ci indicherà in quale punto della città serve il nostro supporto e lì ci dirigeremo per il nostro intervento. Pranzo al sacco e programmiamo di ripartire verso le 15».

«Il mio – spiega – vuol essere solo un riferimento per incentivare la gente a rendersi disponibile per aiutare i nostri amici di quei territori sconvolti e di tutti i paesi che ne hanno bisogno. Credo che l’emergenza non sia finita, che tanta gente ha ancora un grande bisogno di supporto, fisico e morale, per affrontare il dopo alluvione, con quell’acqua e quel fango che si sono portati via anche delle povere persone. Ognuno di noi, come può, è invitato a fare qualcosa per loro».

«Quanto accaduto è l’ennesimo esempio – sottolinea – di come nel nostro Paese ci sia qualcosa che non va, un metodo di lavoro e di pensiero che vanno modificati. La drammatica alluvione è ancora un segnale forte e chiaro che il tema ambientale non è di secondo piano, non può continuare a essere rimandato. Quelli che una volta erano eventi straordinari, con questa crisi climatica stanno diventando eventi ordinari. Aspettiamo la tragedia per renderci conto di quanto un intervento che non doveva continuare ad essere rimandato è stato effettivamente accantonato più e più volte. Non si poteva realmente far nulla affinché quanto successo il 15 settembre non accadesse? Non si può realmente far nulla affinché tante altre tragedie debbano diventare tali prima di dover intervenire? Per andare avanti c’è bisogno dell’aiuto di tutti, anche di chi non è stato direttamente coinvolto e vedere la gente della nostra città, della nostra regione, che si è messa a disposizione, non può che renderci orgogliosi»

Giacomo Mosca

«C’è stato un episodio che mi ha colpito – racconta -, oltre alla buona volontà di tanti giovani di Jesi che conosco e ringrazio anche per il loro intervento in prima persona nei luoghi alluvionati. Mi riferisco alla creazione di un gruppo WhatsApp a cui hanno aderito più di 100 ragazzi e ragazze, dai 14 ai 18 anni, per mettersi d’accordo, comunicare tra loro e operare nelle zone successivamente all’alluvione. Noi giovani siamo anche questo, sensibili a temi delicati, attenti a ciò che ci succede intorno, disponibili nel momento di necessità. Vorremmo, però, non dover subire questi momenti di necessità, ma cercare di prevenirli e senza aspettare che ci siano vittime. Occorre un impegno collettivo affinché queste tragedie non accadano più».

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