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Cronaca

JESI “Area ex Fater” lottizzazione dimenticata, scempio senza fine

Da oltre un decennio i residenti attendono il completamento delle opere di urbanizzazione già pagate, mai avviata la raccolta rifiuti porta a porta per oltre 50 famiglie

JESI, 20 febbraio 2020Lottizzazione Area ex Fater”. Si tratta di un’opera di urbanizzazione a ridosso del Parco del Vallato, e dunque del centro storico, mai completata, per via del fallimento della società lottizzatrice.

La zona comprende via Luigi Pieralisi e via Francesco Baracca. Tanto che in quest’ultima, per chi entra provenendo da via Gallodoro, trova il segnale ‘proprietà privata.

Purtroppo il fallimento delle società interessate alla costruzione ha lasciato tutto incompiuto con l’impossibilità per il Comune, almeno questo è stato detto nel corso del tempo da parte dei responsabili dell’Ufficio Tecnico ai residenti, di intervenire, poiché non vi fu mai il trasferimento dell’area della lottizzazione all’ente.

Il Comune tuttavia deve intervenire perché il permesso a costruire rilasciato dallo stesso per la lottizzazione ‘Area ex Fater’  in via Gallodoro è datato gennaio 2006: esattamente 14 anni fa.

La situazione

I primi insediamenti risalgono agli inizi del 2008 così come i primi atti notarili dove i proprietari, ottenuta l’agibilità tramite consenso assenso da parte degli uffici preposti, hanno anche versato gli oneri di urbanizzazione che, a distanza di anni, non sono stati totalmente utilizzati e la lottizzazione è infatti tuttora incompleta: esiste solo lilluminazione pubblica e la pulizia programmata delle strade 4 volte l’anno con la presenza della Municipale pronta a sanzionare chi lascia parcheggiata la macchina durante l’intervento.

I residenti, oltre 50 famiglie, non usufruiscono neanche della raccolta porta a porta perché i mezzi di Jesi Servizi non possono entrare nell’area a causa proprio di quel cartello ‘proprietà privata’ e delle difficoltà dei mezzi a muoversi  in quanto la strada interna deve essere ultimata con la riduzione di una rotatoria che impedisce la libera e perfetta circolazione anche alle piccole auto. Per i rifiuti sono stati posti cassonetti all’imbocco di via Baracca dove, come è facile immaginare, già alle prime ore della mattinata sono strapieni e dove tutti vanno a depositare, anche se non autorizzati e residenti.

Nelle vie interessate la segnaletica verticale e orizzontale esiste ma non si sa a cosa serva, la sicurezza all’incrocio è affidata al buon senso civico degli automobilisti e dei residenti.

L’unica cosa certa è che i condomini pagano la tassa del passo carrabile quando alcuni di questi, per come costruiti, non rispondono alle regole del codice della strada. Per il resto marciapiedi gruviera, caditoie più alte della sede stradale con la conseguenza di non servire alla causa perché quando piove la strada diventa una sorta di lago per la ‘gioia’ di chi cammina lungo i marciapiedi quando transitano le auto.

Ma c’è di più e di peggio, il lotto 2 

I lotti da edificare erano due. Allo stato attuale il lotto 1 non è del tutto completato mentre il lotto 2 è un vero e proprio immondezzaio, circoscritto da via Pieralisi, via Francesco Baracca, che è transennata da circa 12 anni in modo da impedirne l’accesso, e via delle Setaiole. Nel lotto 2, da edificare ma dove non si costruirà più, c’è di tutto: materiale edile abbandonato da sempre, scarti di lavorazioni, calcinacci, sporcizia nascosta sotto l’erba incolta, distese di erbacce alte metri e metri, sterpaglie, cespugli, cumuli di terra e detriti. Un luogo ideale per animali vari, ratti compresi.

Alcuni residenti testimoniano che di notte, a volte, è un luogo dormitorio.

Insomma a ridosso del Parco del Vallato, in una zona dove si parcheggia per poter accedere alla Caffettiera per salire a palazzo Bettini e poi in Corso Matteotti, il decoro urbano non si sa cosa sia.

Una questione che si trascina a parole e senza fatti

Negli anni sia gli amministratori dei vari condomini che quasi tutti i residenti, almeno una volta, si sono presentati agli uffici competenti comunali per denunciare la situazione e per ricevere risposta, sempre vaga e dubbiosa, di quando la lottizzazione sarà completata.

Nel dicembre 2007 è stata presentata la richiesta per il rilascio dell’agibilità e al momento dell’atto notarile, febbraio 2008, gli acquirenti hanno appreso che ancora non era stato rilasciato alcun documento liberatorio ma non erano scaduti i termini del consenso assenso, procedendo ugualmente all’acquisto. Nelle settimane successive il consenso assenso è diventato ufficiale come la legge prescrive e di conseguenza l’agibilità risulta conforme. Agibilità che il Comune ha dunque rilasciato e come prescritto nel permesso a costruire “era subordinato all’utilizzo autonomo e funzionale di tutte le opere di urbanizzazione primarie e secondarie” Ma a tutt’oggi non è così.

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Da segnalare che anche il Comune, o meglio Progetto Jesi, all’epoca era diventata proprietaria di diversi appartamenti.

Oltre due anni or sono addetti dell’Ufficio tecnico Comunale si sono presentati all’interno della lottizzazione per verificare la situazione effettuando misurazioni che sicuramente avevano un fine. A chi ha domandato loro il perché di quella presenza la risposta è stata netta: «A breve risolveremo tutto!».

Sempre mesi fa un amministratore di condominio e alcuni residenti di via Luigi Pieralisi sono stati ricevuti ufficialmente dal sindaco Massimo Bacci, presente l’allora responsabile del servizio Lavori pubblici e Mobilità, l’ing. Eleonora Mazzalupi (ora al Comune di Falconara Marittima). L’ingegnera aveva riferito che si stavano preparando le pratiche per sbloccare una sorta di polizza di garanzia indennitaria depositata dalla società venditrice, una fidejussione, e appena incassata sarebbero partiti i lavori. Risultato: il tecnico comunale si è trasferita in altro Comune, la situazione in via Pieralisi è sempre la stessa se non addirittura peggiorata, il tempo trascorre, restano solo le parole

I residenti non ne possono più. Non è possibile che dopo 14 anni nessuno sappia con precisione il da farsi; non è possibile che nessuno si senta responsabile di un degrado senza fine; non è possibile che nessuno sappia dire con correttezza e precisione qual è la situazione, cosa bisogna ancora attendere; non è possibile che il Comune non abbia l’autorità di entrare all’interno di un’area talmente sporca per pulirla a dovere e consegnarla a un quartiere che merita rispetto alla pari degli altri della città; non è possibile che residenti che hanno pagato i servizi, prima di insediarsi, non abbiano il diritto di vederli realizzati.

(e.s.)

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