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Jesi “Art in school: the faces of innocence”, ecco i bambini del mondo

Inaugurata in Comune l’esposizione delle 60 foto d’autore destinate agli Istituti comprensivi della città

Jesi – Un ragazzino turco tiene in braccio una capretta bianca e nera. Al lato opposto della stanza due piccole vietnamiti, fissate sulla pellicola nell’atto di lavare i panni: lo sguardo serio, chine sopra la bacinella. Poi c’è una bambina cambogiana dagli occhi profondi, gonfi di lacrime.

«Quella bambina è scivolata su un sasso mentre tentava di attraversare un torrente ma aveva ai piedi le sue scarpette nuove», racconta il fotografo Saro Di Bartolo, che un attimo prima di andare ad aiutarla riesce a catturare il preludio di quel pianto.

Dopo Emilia Romagna, Sicilia, Puglia e Sardegna, approda a Jesi Art in school: the faces of innocence, il progetto della Besharat Arts Foundation nato su iniziativa del mecenate americano Massoud Besharat, che porta i capolavori della fotografia d’autore nelle scuole del mondo, con la collaborazione – a titolo gratuito – di fotografi della statura di Steve Mc Curry.

Con oltre 18.629 opere distribuite nelle 300 scuole che hanno scelto di aderire al progetto, i temi quanto mai urgenti del rispetto della differenzaetnica, culturale, religiosa – e della lotta alla disuguaglianza entrano nelle classi delle cittadine e dei cittadini di domani attraverso gli sguardi ora gioiosi, ora smarriti, dei molti volti dell’innocenza.

A restituirli al nostro occhio occidentale in tutta la loro potenza evocativa è la maestria di alcuni dei più grandi artisti del nostro tempo. Saro Di Bartolo è uno di loro: riminese di origine, si dedica alla fotografia da oltre 50 anni, realizzando reportage in svariati Paesi del mondo ed è vincitore di prestigiosi premi internazionali, tra cui il primo premio all’International Travel Photography Grand Prize della United Airlinesprimo su 15.000 – . Tra i suoi soggetti preferiti, soprattutto paesaggi e bambini.

Un duplice ringraziamento, quello che egli ha rivolto all’Amministrazione comunale nel corso della conferenza stampa di ieri, alla quale ha presenziato in veste di Ambassador della Fondazione Besharat per l’Italia, «per aver aderito al progetto e per la splendida esposizione», ha esordito.

«Con questa iniziativa vorremmo far vedere loro quanto sono fortunati ad essere nati qui e aiutarli ad imparare qualcosa in più sugli altri. Ora – ha affermato rivolgendosi ai bambini seduti nei posti dei consiglieri – avete un piccolo strumento in più per apprezzare».

Oltre a lui fanno parte del team Art in School il neozelandese Simon Lister, brand photographer ufficiale Unicef dal 2016, Hartmut Schwartzbach, fotografo tedesco freelance due volte vincitore del premio Foto dell’anno Unicef e l’australiano David Lazar, professionista della fotografia di viaggio e collaboratore, tra le altre cose, delle riviste National Georgaphic e Lonely Planet.

Le opere destinate alla nostra città – una sessantina di foto in grande formato che ritraggono bambini provenienti dai luoghi più disparati del pianeta – resteranno in mostra presso la sede del Comune fino al 15 giugno, per poi essere trasferite permanentemente nei vari istituti comprensivi della città, quindici per ogni istituto. Altre sessanta – fa sapere l’Amministrazione comunale – arriveranno entro il prossimo settembre.

«Oltre a trasmetterci la loro bellezza, le immagini ci raccontano delle storie: storie che, in parte intuiamo, in parte dobbiamo immaginare. La fotografia ci fa fare domande, chiedevi sempre cosa vuole raccontare», ha spiegato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo agli studenti degli Istituti comprensivi Lorenzo Lotto e Federico II, ospiti del palazzo comunale in occasione dell’inaugurazione della mostra.

Presenti anche l’assessora alle politiche giovanili Emanuela Marguccio, la dirigente dell’Istituto comprensivo Lorenzo Lotto Sabrina Valentini e il dirigente dell’Istituto comprensivo Carlo Urbani Massimo Fabrizi.

«Questa mostra ha un grande valore educativo: riflettete, bambini, su quanto siete fortunati e poi impegnatevi per aiutare chi è meno fortunato di voi», ha affermato la sirigente del Comprensivo Lorenzo Lotto.

«Desiderio della Fondazione – scrive Massoud Besharat – è che le stampe muovino le coscienze degli spettatori alla consapevolezza che, nonostante le nostre differenze superficiali di razza, genere e religione, siamo tutti uguali. La casualità di nascere in località diverse e in circostanze diverse non cambia i nostri bisogni umani fondamentali. Tutti noi richiediamo aria e acqua pulite, cibo, riparo e amore».

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