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Cronaca

JESI Corridoi umanitari: legalità e sicurezza per i migranti

Approfondimento in Commissione II con la Caritas e l’Asp: l’inserimento di una famiglia in città si è dimostrata un’esperienza positiva

JESI, 20 febbraio 2021 – L’esperienza positiva di una famiglia inserita nel nostro territorio mette in luce la bontà della pratica dei corridoi umanitari per l’accoglienza dei migranti. La Commissione II convocata giovedì sera dal Comune di Jesi ha avuto proprio il merito di focalizzare l’attenzione sul fenomeno migratorio e sulla buona riuscita di pratiche serie e consolidate, anche alla luce dell’ordine del giorno presentato dal gruppo Jesi in Comune per arginare la tragedia che si sta consumando sulle rotte balcaniche.

Daniele Albanese

Ospiti della riunione, su Meet, Daniele Albanese, responsabile corridoi umanitari e altri percorsi legali verso l’Italia con la Caritas, Marco d’Aurzio, direttore della Caritas diocesana, Franco Pesaresi, riconfermato direttore dell’Asp9, l’assessora ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri, consiglieri e consigliere.

I corridoi umanitari sono uno tra i modelli di accoglienza a disposizione dei paesi europei come alternativa ai viaggi della disperazione, poiché prevede un programma sicuro e legale di inserimento. «Riteniamo necessario aprire vie legali e sicure di ingresso – ha detto Albanese -.

Occorre evitare che le persone siano costrette ad affidarsi ai trafficanti, alle mafie internazionali, per poter arrivare sulle nostre coste, come vediamo accadere da decenni: molti perdono la vita, chi sopravvive subisce vessazioni e arriva in Europa persino più vulnerabile rispetto alla situazione di partenza».

I corridoi permettono invece un arrivo attraverso «una procedura legale e sicura. La sicurezza è un termine di cui si è abusato: vale per gli stati perché consente alle autorità di controllare che non siano persone con precedenti o background criminali e vale anche per le comunità che accolgono. E poi la sicurezza è verso i migranti, affinché non rischino la morte: non è un caso che portiamo soprattutto famiglie».

Albanese è da poco rientrato dal Niger, il primo paese che ha accettato di accogliere persone dalle carceri libiche «dove hanno subito violenze e torture. L’obiettivo finale è l’integrazione: non vogliamo solo trasferire la gente ma dare loro prospettive».

Franco Pesaresi per l’Asp9, che gestisce l’ex Sprar, ha posto l’attenzione su alcune complessità: «Quella di operare selezione per fare in modo che chi viene avviato verso i corridoi sia riconoscibile come richiedente asilo, e prefigurare sin dall’avvio del corridoio un esito all’arrivo, cioè una comunità che se ne faccia carico. Attualmente il territorio accoglie 480 migranti, su 22 Comuni, distribuiti in 95 appartamenti in tutta provincia di Ancona. Altro progetto riguarda 30 minori stranieri non accompagnati».

Il consigliere Giancarlo Catani presidente della Commissione II

L’accento quindi, sulla Bosnia: «Nei campi c’è una situazione indegna e indecorosa: una piccola parte, 1.942 persone sono a Lipa, in una dozzina di tende messe a disposizione dall’esercito locale, altre sono nei “jungle camps“: questa non è un’emergenza perché da anni assistiamo alla vicenda ma di certo lo è sotto il profilo umanitario. Il popolo italiano ha dimostrato una grande solidarietà: l’obiettivo è quello di provare a portare in Italia le persone più vunerabili, ma siamo in attesa di interlocutori che avevamo con il Governo precedente».

Fondamentale, secondo D’Aurizio, la creazione di percorsi per la regolarizzazione dei documenti: «Se nel territorio abbiamo persone che vivono illegalmente possono solo produrre ulteriore illegalità, è qui che dobbiamo intervenire offrendo formazione e la possibilità di rendersi autonomi. Il bene va fatto bene».

«I tempi di attuazione dei corridoi umanitari sono lunghi, ci auguriamo che questo nodo venga sciolto presto da chi di competenza – ha detto l’assessora Quaglieri – . Nel nostro territorio questa Amministrazione ha sempre creduto quanto sia importante accogliere le persone in maniera giusta».

Eleonora Dottori

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