Segui QdM Notizie

Cronaca

Jesi Diverbio a scuola e zuffa fuori, il dirigente: «Avviata indagine interna»

Il racconto di un passante che ha assistito allo scontro «quattro contro uno» davanti all’istituto Federico II, un dissidio che sarebbe iniziato dentro, Massimo Fabrizi: «Prenderemo provvedimenti, siamo molto attenti all’integrazione e a contrastare violenza e bullismo»

Jesi – «Brutto episodio davanti alla scuola Federico II alle ore 13, quattro ragazzini stavano spintonando e picchiando un ragazzo. Mi sono fermato per cercare di farli smettere e, preso in disparte il ragazzino malmenato, mi ha raccontato che gli hanno anche sottratto pochi euro in suo possesso. Speriamo che non succeda nuovamente altrimenti chiamerò le Forze dell’ordine».

Sono queste le parole allarmate lanciate sui social da un uomo che ha assistito alla zuffa tra ragazzi all’uscita da scuola giovedì mattina, davanti alle medie Federico II di Piazzale San Savino.

Dichiarazioni che hanno inevitabilmente sollevato il dibattito pubblico, sempre attraverso il canale social, tra chi ha intravisto subito un episodio di bullismo, chi si è stupito che il testimone non abbia chiamato immediatamente il dirigente scolastico e il personale, o le Forze dell’ordine e chi, avendo contatti all’interno della scuola, ha riferito come l’episodio avrebbe come antecedente un dissidio iniziato in classe.

Determinata la risposta del dirigente scolastico, Massimo Fabrizi, che ha avuto modo di confrontarsi nella giornata di ieri sia con i docenti che con l’uomo che ha assistito alla zuffa.

Massimo Fabrizi

«Riguardo all’episodio avvenuto fuori da scuola – ha spiegato – non essendo presenti né i docenti né il personale scolastico non abbiamo modo di dare un feed back di quanto accaduto né delle modalità. Per il diverbio verificatosi a scuola, invece, abbiamo avviato un’indagine interna e stiamo effettuando i dovuti confronti sia con i docenti che con gli studenti e, una volta individuate le singole responsabilità, applicheremo seri provvedimenti disciplinari verso i diretti interessati».

Tra le polemiche, la posizione di alcuni è che la caratteristica multietnica del quartiere San Giuseppe e la non integrazione di alcuni elementi a scuola, possa generare, più che in altri contesti educativi, episodi di violenza o bullismo, ma di fatto le zuffe a scuola o i diverbi vengono segnalati anche negli istituti di altri quartieri della città.

«Il nostro istituto lavora da tempo sull’integrazione e promuoviamo continuamente attività finalizzate a contrastare il bullismo e il cyberbullismo, organizziamo incontri sull’educazione affettiva – ha sottolineato il dirigente -. Ci teniamo a divulgare il messaggio che l’interculturalità presente tra i banchi di questa scuola – e che riflette la caratteristica multietnica del quartiere – rappresenta una ricchezza per i ragazzi e non un ostacolo».

«Aggiungo anche che tra i ragazzi instaurare un legame di collaborazione e di affetto che superi le barriere linguistiche o l’etnia è molto più semplice di quello che pensiamo noi adulti».

Da che mondo e mondo i diverbi tra ragazzi ci sono sempre stati, anche quando non esistevano i cellulari né la cassa di risonanza dei social network. Ma di sicuro in alcuni casi, soprattutto oggi, il confine tra lo scherzo innocuo e il principio di un atto di bullismo, che nei casi più gravi sfocia in comportamenti violenti, può essere molto sottile e richiede una grande attenzione da parte degli adulti di riferimento, genitori e personale scolastico, nel cogliere anche i più piccoli segnali di disagio.

© riproduzione riservata

News