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JESI “IO STO BENE, SPERO ANCHE DI TE”, DIVENTA SPETTACOLO LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Scritto da Sergio Cardinali e proposto al teatro “Il Piccolo” di San Giuseppe

JESI, 30 dicembre 2018 – Quando la presentazione di un libro diventa spettacolo. Io sto bene, spero anche di te, Planet Book Edizioni, scritto da Sergio Cardinali, ha preso vita secondo una formula vincente.

Sulle assi del teatro Il Piccolo di Jesi – prima di Natale – di fronte ad una platea stracolma, Sergio non voluto i soliti moderatori che pongono domande sul libro da presentare e poi si confrontano, magari, anche col pubblico. No, Sergio ha proposto, in sintonia con la Scuola Musicale G.B. Pergolesi, questo suo lavoro molto “intimo e personale” come un narratore che legge con affetto, rabbia, ed originalità, che collega i brani più salienti con un tappeto musicale che gli interventi di Waner Vecchioni hanno assolutamente impreziosito. E la regia di Michele Ceppi ha reso l’ambiente contemporaneo ed in sintonia con quanto Sergio raccontava.

E’ la vera storia del soldato Remo che saluta la sua Liliana pochi giorni dopo averla conosciuta: siamo durante la seconda guerra mondiale e l’operazione verso l’Albania sarebbe durata poco e senza problemi di rischi.

«C’è aria di famiglia in quella foto», fa dire Sergio Leone al Monco in Per qualche dollaro in più. Così come c’è aria di famiglia in questo racconto appassionante, che lascia e riprende la vita, che non si ferma mai neanche quando descrive il teatro delle battaglie o i vicoli, le piazze ed i profumi della Jesi di allora.

Foto che, seppur ingiallite dal tempo, non lo sono per la memoria. Il racconto è fluido, i personaggi sono i nostri vicini di casa, oppressi ed oppressori, confusi ed incerti alla fine del conflitto. Un atto unico più che una presentazione, che Sergio ha affrontato, traendolo da un mucchietto di lettere in una scatola da scarpe, per farci ricordare. Dopo tanti anni.

«Solo chi era in grado di dimenticare riuscì a vivere a lungo, quelli che erano dotati di una buona memoria morirono tutti», scrisse Primo Levi. Le due canzoni cantate ed accompagnate da Sergio e Waner, la prima credo scritta dallo stesso Cardinali, e Inverno (“Sale la nebbia sui prati bianchi come un cipresso nei camposanti un campanile che non sembra vero segna il confine fra la terra e il cielo…”) di Fabrizio De Andrè, hanno aggiunto momenti di rara emozione. Da ripetere, Sergio, non può essere una serata unica.

Giovanni Filosa

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