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JESI PERSECUZIONI, LA RICETTA DI ROBERTA BRUZZONE PER RICONOSCERE I MANIPOLATORI

La presidente della Fidapa Gianfranca Schiavoni ha aperto l’incontro cui hanno partecipato la criminologa e Bernardo Gili, psicologo e psicoterapeuta

JESI, 19 dicembre 2019 – Era da tanto tempo che non vedevo la Sala Maggiore del Palazzo della Signoria così colma di gente, così attenta, così interessata, così vera. Merito della sezione Fidapa di Jesi, che ha organizzato un evento di sicuro interesse sociale, in un periodo in cui le cronache quotidiane ci parlano di stalker, di persecutori e di femminicidio.

L’occasione della serata intitolata “Se questo è amore” è stata la presentazione del libro “Io non ci sto più”, di Roberta Bruzzone, la famosa criminologa dalla grande professionalità, che sicuramente spacca il video durante i suoi interventi televisivi quando è chiamata a consulenze su omicidi e su persecuzioni psichiche e morali subite ovviamente non solo da donne.E’ una profiler, oggi è bello chiamare chi svolge questo lavoro col termine americano, sicuramente molto accattivante, che cresce in modo esponenziale, basta seguire i tanti film e telefilm che la tv sforna sui vari canali (Criminal minds, C.S.I., Profiling con la criminologa Chloè per esempio) in cui questi psicologi forensi hanno un ruolo determinante nella risoluzione dei casi. Chiaro, la finzione resta comunque finzione.

I saluti della presidente Fidapa di Jesi, Gianfranca Schiavoni, hanno aperto l’incontro, moderato con competenza dalla collega Catiuscia Ceccarelli, che ha rimbalzato il dibattito fra il dottor Bernardo Gili, psicologo e psicoterapeuta, responsabile del Progetto rieducativo V.O.C.E. per il recupero di uomini che hanno manifestato intenti violenti nei confronti delle donne e il superamento dei comportamenti errati.

Roberta Bruzzone poi ha iniziato a parlare del contenuto e dei significati che l’hanno spinta a scrivere “Io non ci sto più”, edito dalla Dea Planeta, che in chiusura di dibattito ha visto affluire decine di persone al tavolo dei relatori per la firma e la dedica sul volume. La Bruzzone, infaticabile, ha parlato della sua passione per la moto (“credete che io sia sul sellino posteriore con mio marito? Scordatevelo, io guido la mia moto”), ed ha esposto con cura e tutte le tecniche per riconoscere il “soggetto manipolatore”, che può essere il partner ma anche un capo, un genitore, un fratello, un amico, il tutto declinato sia al femminile che al maschile.

In sostanza, riepilogo quello che di cui la Bruzzone ha parlato e che fa parte integrante del suo volume. «Come riconoscerlo? Facile, è qualcuno per il quale non siamo mai abbastanza: abbastanza belli, abbastanza bravi, abbastanza brillanti, uno che in un modo o nell’altro mette sempre se stesso al centro dell’universo e riesce ad avere sulla nostra vita più influenza di quanto vorremmo. Siamo circondati da manipolatori, ma spesso non sappiamo (o non vogliamo?) riconoscerli».

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Nel volume la dottoressa Bruzzone, che in tanti anni di carriera come profiler ha imparato a individuare al volo queste persone tossiche, ha spiegato tutte le tecniche per riconoscerle, per difenderci e ritrovare libertà e serenità.

E, soprattutto, i segnali classici per riconoscere i manipolatori affettivi, le trappole che usano per farci fare ciò che vogliono, le strategie per neutralizzarli, le tecniche per allontanarli per sempre dalla nostra vita.

Dicevamo del grande successo di pubblico, intervenuto anche parecchie volte per porre quesiti e domande, e che sicuramente ha contribuito a rendere ancor più interessante il dibattito finale. Peccato non aver potuto fare una vera e propria intervista, la Bruzzone aveva cortesemente chiesto di non scattare foto e neppure interviste. Io le ho parlato qualche istante mentre, con la complicità di Catiuscia Ceccarelli, l’accompagnavamo alla sua vettura che l’avrebbe riportata a Roma, credo. Le ho cavato solo una frase che aveva già detto in convegno: «Contro queste persone io sarò sempre implacabile, anzi, anche di più».

Mi ha guardato salutandomi. Non è che, niente niente, ha pensato che fossi un manipolatore? La risposta è portata dal vento…

Giovanni Filosa

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