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Cronaca

Jesi San Nicolò, distacco dalle ex Giuseppine, «una guerra persa da tutta la città»

Le considerazioni del professor Gabriele Fava sullo spazio minimo realizzato tra il complesso privato e la chiesa di Piazza Pergolesi, il monumento cittadino più antico

Jesi – Non possono che essere di resa le parole del professor Gabriele Fava, ex Sindaco della città, tra i fautori del Comitato per la valorizzazione della chiesa di San Nicolò, che non ce la fa ad accettare l’epilogo delle battaglie portate avanti, insieme all’ingegner Massimo Belcecchi, in difesa del monumento storico più antico della jesinità, chiedendone il distanziamento dal complesso delle ex Giuseppine. Distacco avvenuto sì, ma in maniera molto ridotta rispetto alla richiesta iniziale.

«Un obbrobrio per la città», lo ha definito.

Gabriele Fava

Il gioiello architettonico in più occasioni ha corso il rischio di essere deturpato o lasciato nello stato di abbandono, sempre salvato in extremis, almeno fino ad oggi.

«Stavolta – ha detto l’ex Sindaco – non ce l’abbiamo fatta, gli interessi privati hanno avuto la meglio sul pubblico. Perdiamo definitivamente una guerra, ma a perdere è tutta la città».

Parole di chi ha lottato fermamente per la tutela di un bene storico di pregio e che ripercorre con noi le tappe di un lungo calvario.

«Circa 60 anni fa questa chiesa, il monumento più antico di Jesi, ha rischiato di diventare un magazzino lasciato all’abbandono, fu grazie all’intervento di Alvise Cherubini che venne salvato. Il dottore ne difese il valore storico e artistico, trovando anche i fondi per poter realizzare un importante intervento di restauro».

«Arriviamo al 2012, anno in cui l’allora sindaco di Jesi Fabiano Belcecchi approvò insieme alla Giunta un progetto per realizzare degli appartamenti nel complesso delle ex Giuseppine. La decisione scatenò le obiezioni del Comitato per la Valorizzazione di San Nicolò, di cui facevo parte e dell’associazione Italia Nostra che si mossero in difesa della chiesa, affermando che il progetto non era conforme alle normative urbanistiche e la Soprintendenza ci diede ragione, bocciando la regolarità del progetto».

«Tappa successiva, il 2020, quando il sindaco Massimo Bacci ha presentato un progetto molto simile a quello della precedente Giunta Belcecchi, sempre per la realizzazione di appartamenti nel complesso delle ex Giuseppine, che in questo caso venne approvato perché nel frattempo la Giunta aveva modificato la normativa urbanistica».

«Noi del Comitato le abbiamo provate tutte per opporci al progetto, appellandoci alla Regione Marche e al Ministero della cultura, sperando nell’intervento della Soprintendenza. Intervento che in effetti è avvenuto, disponendo il distacco delle due strutture e indicando un distanziamento cielo terra di 1,60 mt».

Ma la querelle non era ancora finita perché il progetto è stato nuovamente revisionato dai tecnici ottenendo dalla Soprintendenza la riduzione del distanziamento a 1,5 mt fino alla gronda.

«Il risultato che ne è scaturito – ha commentato Gabriele Fava – è un obbrobrio, un’offesa a questo monumento ma anche alla città».

«Dalle mie interlocuzioni con l’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni è emersa la volontà dell’Amministrazione comunale di portare a termine i lavori affinché l’opera non restasse incompiuta – considerata anche la posizione così in vista, nel bel mezzo di Corso Matteotti -. A mio parere però a volte le compiute sono peggiori delle incompiute».

«La chiesa di San Nicolò era il primo monumento che i viandanti incontravano facendo il loro ingresso a Jesi, il portone è rivolto a est perché posizionato verso il sorgere del sole. Ecco, per San Nicolò quel sole non sorgerà più».

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