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Cronaca

Jesi Distacco ex Giuseppine e San Nicolò, chiarezza sulle decisioni

Respinta la richiesta di accesso agli atti presentata in Comune da Gabriele Fava, presidente del comitato per la valorizzazione della storica chiesa, al fine di visionare il progetto

Jesi – «Il mio appello va alla Soprintendenza, che sia rigorosa nel far rispettare le prescrizioni precedentemente indicate», ha esordito Gabriele Fava, ex sindaco di Jesi e presidente del Comitato per la valorizzazione di San Nicolò, riferendosi alla variante del piano di recupero dell’ex convento delle Giuseppine, presentata dal Condominio Pergolesi e approvata dalla Giunta, in qualità di condomino, con delibera del 1 giugno.

Variante che prevede il distacco dei due edifici, accogliendo così le indicazioni della Soprintendenza per risolvere l’interferenza tra il complesso dell’ex convento e la chiesa di San Nicolò.

L’ing. Massimo Belcecchi e il prof. Gabriele Fava

Il progetto, attualmente al vaglio della Soprintendenza, prevede «al piano terra, la traslazione della parete dell’ex convento parallelamente alla parete della Chiesa, realizzando così un passaggio con un’ampiezza che va da 1,5 mt a 3 mt, al primo piano un distacco variabile partendo da 1,5 mt su Piazza Pergolesi, con un minimo di 30 cm dalla gronda della chiesa in mezzeria e fino a 1,65 mt verso la corte interna», stabilisce la delibera di Giunta.

«Circa 20 giorni fa avevo fatto richiesta in Comune di accesso agli atti per visionare il progetto e per vedere su pianta come saranno realizzate le distanze tra i due edifici. Ma la mia domanda è stata respinta perché “non sono indicate le motivazioni che consentano di valutare la sussistenza, né un interesse diretto che corrisponda ad una situazione giuridicamente collegata ai documenti ai quali è richiesto l’accesso”», ha spiegato Gabriele Fava, insieme all’ing. Massimo Belcecchi anche lui del Comitato per la valorizzazione di San Nicolò.

«Sempre nella risposta alla mia richiesta è specificato che “tutta la documentazione inerente la variante del progetto sarà depositata per 30 giorni in visione presso la segreteria generale del Comune, come previsto dalle vigenti norme”, ma non mi è dato sapere quando questo avverrà».

«Il mio interesse è; come sempre, quello di carattere pubblico, cioè la salvaguardia dell’edificio storico più antico della città, il primo monumento visibile al pellegrino che veniva da Roma nell’XI secolo, la chiesa di San Nicolò».

Ciò che non convince Fava e Belchecchi sono le distanze tra i due edifici indicate nella delibera di Giunta, in particolare quella distanza minima di 1,50 mt che ruberebbe 10 centimetri rispetto alle indicazioni di 1,60 mt della Soprintendenza e il distacco variabile del primo piano che arriva a un minimo di 30 cm.

La distanza tra i due edifici consentirebbe la salvaguardia della chiesa dall’interferenza dei lavori al complesso delle ex Giuseppine nella porzione adiacente alla navata destra del bene storico protetto e la valorizzazione dello stesso perché quel passaggio tra i due edifici, oltre a svolgere la funzione di attraversamento pedonale, garantirebbe la visibilità dell’abside della chiesa.

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