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Cronaca

Jesi Santiago Loccioni, dopo il dramma dell’incidente in Thailandia la lenta ripresa

«Guardo sempre le cose con positività e ringrazio per quello che sono riuscito a recuperare, sono arrivato a Torrette praticamente paralizzato e lì mi hanno davvero rimesso in piedi»

di Cristina Amici degli Elci

Jesi, 29 ottobre 2022 – Era il 6 maggio 2021 quando Santiago Loccioni (a destra nella foto in primo piano), il 29enne di origine jesina vittima di un grave incidente in Thailandia nell’estate 2020 uscì dall’ospedale regionale di Torrette direzione Svizzera, per la riabilitazione.

Una odissea i postumi del suo incidente, la sua forzata permanenza in Thailandia, il suo stato di salute che preoccupava, la battaglia condotta dai familiari per farlo rientrare in Italia.

Santiago Loccioni

L’abbiamo raggiunto telefonicamente a Campione d’Italia per sentire come sta.

«Va molto bene, continuo a fare fisioterapia 5 giorni su 7 – racconta – . Ci sono stati molti progressi e infatti riesco a deambulare con le stampelle e ho recuperato molte autonomie di base. Grazie alle varie terapie ho progredito molto ma il miglior maestro è sicuramente la vita che con le sue piccole necessità e difficoltà ti spinge sempre a dare qualcosa in più. La riabilitazione continua ogni giorno e sono consapevole che ancora sarà dura e molto lunga, ma guardo sempre le cose con positività e ringrazio per quello che sono riuscito a recuperare, sono arrivato a Torrette praticamente paralizzato e lì mi hanno davvero rimesso in piedi, poi in Svizzera ho lavorato e continuo a lavorare sui dettagli, ora cammino con le stampelle, mi vesto, mi lavo e mi cucino da solo e soprattutto sono qui a parlarne che è la cosa più importante. Lunedì inizierà per me un nuovo ricovero in una clinica specializzata a Nottwil nel Canton Lucerna, continua la salita ma sono grato per dove sono potuto arrivare e ottimista riguardo al futuro».

Anche il padre Marcello, che ha combattuto come un leone per il rientro in Italia di Santiago, racconta: «Dopo tanta sofferenza 2 mesi a Chang Mae in una clinica militare, 1 mese a Bangkok in una clinica di frati camilleri, 8 mesi ad Ancona all’ospedale regionale di Torrette e 5 mesi a Locarno, ora Santiago è tornato dalla mamma in Svizzera, continua con fisioterapia, ergoterapia a domicilio e alternativamente a Chiasso una volta a settimana e Mendrisio, ora stiamo attendendo il ricovero di lunedì. Santiago è migliorato molto ma la strada è ancora lunga, era in carrozzina e ora cammina con le stampelle ancora ci sono problemi alle mani ma molto è stato fatto e molto ancora c’è da fare».

La risposta alla lettera indirizzata al Papa

Il padre di Santiago, Marcello si era rivolto persino al Papa per avere un aiuto e ricevette una lettera dallo stesso con la promessa di un intervento presso la diocesi di Bangkok.

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