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JESI Un Pronto Soccorso privato? «Perché no?»

I probleni della sanità attanagliano la nostra Area Vasta 2 con situazioni di criticità che interessano, in particolare, Jesi, Fabriano, Cingoli

JESI, 12 gennaio 2020 – «Perdi criticità ché no?». A prima lettura può sembrare una provocazione ma purtroppo non lo è. In Piemonte questo “dogma” sta per cadere, anzi la Regione gli ha dato l’ultima spallata. Ovvero, si discute di accendere il semaforo verde per le strutture private.

A lanciare il sasso nello stagno è stato l’assessore Luigi Icardi che ha rilasciato questo commento al quotidiano “La Stampa”: «Abbiamo aperto un tavolo con i privati sulla base di un nuovo rapporto basato innanzitutto sulla fine di un’ipocrisia: quella che in tutti questi anni ci ha portato a ricorrere a loro solo in occasione delle emergenze. Mentre bisogna avere l’onestà di ammettere che il pubblico, da solo, non può più farcela».

E cita il caso dell’ospedale di Novi Ligure con riferimento all’affidamento del reparto di Ortopedia ai privati: «Mantenendo la gestione sotto il controllo pubblico, naturalmente. Nel senso che continuerà a governare e a decidere il primario – precisa . È l’unico modo per salvare la situazione». In sostanza non si scandalizza di fronte a uno scenario dove i pronto soccorso pubblici convivranno con altri.

Nelle Marche siamo alla vigilia della consultazione regionale e il tema della Sanità è al primo posto tra gli argomenti delle forze politiche. Potremmo dire il primo e il solo, in quanto sta monopolizzando il confronto. Tagli tagli e ancora tagli.

Restringendo ancora di più la visuale (sui tagli), il punto dolente è l’Area Vasta 2. Domani a Fabriano si terrà un Consiglio comunale aperto proprio sulla sanità montana e sul ruolo dell’ospedaleProfili” che di recente ha visto chiudere dei reparti; a Cingoli, dopo la decisione della Regione di “traghettare” la struttura sanitaria nell’Area Vasta 3 (Macerata), lo scontro tra la maggioranza e la minoranza Pd che appoggia la scelta della Regione è a tutto campo.

Ultima tappa, Jesi. Non c’è giorno di pace per il pronto soccorso, sempre nell’occhio del ciclone. Protestano i sindacati, protesta il Tribunale per i diritti del Malato, protesta chi purtroppo ci ricorre per necessità. Tempi lunghi di attesa, intasamenti e chi più ne ha più ne metta.

Allora chissà se anche ai nostri amministratori regionali – che si vantano di aver portato la sanità marchigiana ai primi posti della classifica nazionale – non venga in mente la brillante idea di scopiazzare quanto sta accadendo in Piemonte.

Chissà…

Lettera firmata

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