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CNA Qualità della vita: provincia di Ancona 16esima ma l’economia arranca

Secondo il “Sole 24 Ore” si posiziona al 14° posto per tutela ambientale e offerta dei servizi, negativi gli indicatori su consumi e lavoro

ANCONA, 18 dicembre 2020 – Il dato aggregato dei vari indicatori che, secondo lo studio del Sole 24 Ore, colloca la provincia di Ancona al 16° posto su 107 province, ovvero 15 posizioni guadagnate nell’anno del Covid e 30 nell’ultimo trentennio, dipinge un territorio con uno standard qualitativo sociale piuttosto alto, che guarda avanti con fiducia, ma che presenta ancora debolezze e criticità economiche da affrontare.

Vivere e lavorare nel nostro territorio provinciale – sottolinea una nota della Cna (nella foto in primo piano il presidente Maurizio Paradisi) – sembra essere non poi così male, tant’è che al centro della regione tra le più longeve d’Italia, la provincia capoluogo si posiziona addirittura al 14° posto per tutela ambientale e offerta dei servizi, in cui vi sono capacità progettuale e innovazione, una buona preparazione scolastica e occupazione giovanile, oltre ad avviati processi evolutivi in digitale.

Altrettanto buoni gli indicatori sul fronte della demografia e società, che ci collocano al 20° posto, con punte di eccellenza per numero di infermieri, 2° in classifica, pediatri 15° e medici 30°, a fronte di dati meno confortanti sui consumi di farmaci per depressione e calmanti, tasso di natalità e indice di vecchiaia.

La voce“giustizia e sicurezza” scende al 38° posto, con i furti al 32°, criminalità al 38°, furti in esercizi commerciali al 43°, furti in abitazioni e violenze sessuali intorno alla 60° posizione. Buono l’indice di rotazione della cause, al 23° posto. La cultura e il tempo libero”, al 53° posto, dipinge una provincia con una buona offerta di cultura e spettacoli, con strutture sportive nella media, buona distribuzione di ristoranti, meno dei bar (101°).

Ciò detto, non propriamente positivi sono gli indicatori su ricchezza e consumi” (54°) e su affari e lavoro” (56°). Per il primo gruppo di dati ci preme segnalare il 101° posto dell’indice dei protesti, che dipinge un quadro economico difficile, con il Pil pro-capite che tiene con ffatica una posizione mediana per quanto concerne la spesa delle famiglie e nuovi mutui per abitazioni.

Decisamente buono il dato sui depositi bancari con la 23° posizione. L’ultimo e importante raggruppamento di indici, “affari e lavoro”, segna un ottimo dato sul fronte del dinamismo imprenditoriale con profilo innovativo grazie alla 12° posizione, accanto a una soddisfacente parità di genere sul fronte occupazionale ().

Il tasso di utilizzo dell’e-commerce (34°) e la diffusione della banda larga (30°) fanno ben sperare per l’ulteriore crescita del digitale, mentre il fatto di posizionarsi nelle ultime posizioni rispettivamente per cessazione di imprese (66°) e addirittura in fondo alla classifica per cig ordinaria (94°), imprese in fallimento (96°), imprenditoria giovanile (89°), nuove iscrizioni di imprese (100°), la dice lunga sullo stato di salute del nostro territorio, che purtroppo sconta una fragilità non solo frutto della situazione contingente, ma che risente ancora del contraccolpo della crisi vissuta nel decennio scorso, con ferite ancora.

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