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Cronaca

JESI Federico II lo svedese: l’errore a Parma sarà corretto

Brutta figura all’inaugurazione della lapide commemorativa all’ingresso della sala del Consiglio comunale

JESI, 20 febbraio 2020Scoperta la targa, trovato l’errore.

A Parma il sindaco Federico Pizzarotti è finito nell’occhio del ciclone per un errore che vede lo Stupor Mundi, Federico II  definito di Svezia anziché di Svevia.  E dire che il primo cittadino parmense porta lo stesso nome dell’illustre personaggio storico nato a Jesi.

L’occasione, per la celebrazione del 770 anniversario della storica Battaglia di Parma, 18 febbraio 1248, con la sconfitta di Federico II a Victoria.

Un episodio inciso su una lapide commemorativa, fatta per l’occasione, posta all’ingresso della sala del Consiglio comunale in municipio.

 

«Ce le hanno cantate di brutto – scrive il Sindaco parmense sulla pagina Facebook – e va bene. Alcuni ci hanno dato degli ignoranti, ma fa lo stesso e lo dico col sorriso: pazienza pure per le loro offese. Siamo di fronte alla più naturale e ordinaria delle situazioni, di quelle che non dovrebbero capitare ma, ahimè, capitano a tutti: l’errore umano. Una volta svelata la lastra commemorativa abbiamo visto tutti e subito che al posto di Svevia c’era scritto Svezia. Eravamo lì e lo abbiamo colto. Negligenza anche nostra, perché avremmo dovuto ricontrollare la lastra una volta arrivata in Municipio. Ci prendiamo la spazzolata. La correzione ci sarà in tempi rapidi, questione di pochissimi giorni».

Tra commenti di varia natura, spicca quello della pagina Facebook Feudalesimo e Libertà: «Lo borgomastro parmense FOCACCIANFRANTI et la sua corte meriterebbero d’esser schiaffati a remare in una galea pel resto della vita, ma essendo nobis pell’ignoranza della plebe et l’analfabetismo dilagante possiam passarci sopra». Pronta e altrettanto ironica la replica del primo cittadino Pizzarotti: «Lor signori mi scuseranno di cotanta negligenza, codesta è prova provata dello errore umano di cui nello mondo, non arduo a dirsi nè a vedersi, ve n’è piena la storia. Codesta favella, voi mirate, ha fatto le genti del FacciaLibro liete e giuocose, ma lo animo mio è lieto».

(e.d.)

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