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Cronaca

JESI FESTA DELLA LIBERAZIONE: CORTEO, DISCORSI E POLEMICA (foto)

Il “serpentone” dall’Arco Clementino a Piazza Indipendenza, poi gli interventi del sindaco Massimo Bacci e di Daniela Barbaresi segretaria generale Cgil Marche

JESI, 25 aprile 2019 — Un fiume di persone ha seguito il corteo per la Festa della Liberazione. Partito dall’Arco Clementino, il serpentone del 25 aprile ha visto esponenti politici e sindacali, cittadini e famiglie.

Dopo la deposizione della corona d’alloro ai caduti nell’atrio del Municipio, il sindaco Massimo Bacci e Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche, si sono rivolti al pubblico.

«La Liberazione è la base della nostra Costituzione, quindi la nostra guida – ha detto il primo cittadino -. Chi riveste un ruolo amministrativo deve essere il primo a tutelare questi valori».

Bacci ha quindi elencato le iniziative intraprese in sette anni al governo della città e ricordato Daniela Cesarini, pasionaria che aveva scelto il suicidio assistito proprio il 25 aprile del 2013. Un applauso ha accompagnato il nome della jesina.

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In Piazza Indipendenza per le orazioni ufficiali

«Con le risorse che ha lasciato Daniela realizzeremo un centro per il “dopo di noi e il resto sarà utilizzato per l’abbattimento delle barriere che, purtroppo, in città sono molte».

Applaudito l’intervento della Barbaresi: «Oggi celebriamo la Resistenza di cui siamo orgogliosi e fieri. Celebriamo le nostre radici che sono partigiane e antifasciste. Dignità, libertà e democrazia sono il messaggio di questa giornata che non deve dividere: la democrazia è un valore collettivo, da difendere e trasmettere alle future generazioni. Compreso il sacrificio delle donne: staffette e partigiane. Abbiamo portato, insieme ad altre realtà, 300mila firme per Mai più fascismi (su cui il Consiglio comunale jesino si è spaccato leggi l’articolo) al Presidente della Repubblica. Abbiamo quindi condannato la violenza, l’odio, la xenofobia e il razzismo. Per questo speriamo in un’Europa democratica, libera e umana».

Non è mancata la polemica: «Non sono figlio del partitismo – ha aggiunto il Sindaco -, ho lavorato per spezzare una rete diffusa di favoritismi. Guidare una grande comunità non significa scendere a compromessi con gli amici degli amici. Credo sia un errore non aver inserito il nome del Sindaco nel manifesto per il 25 aprile».

Il primo cittadino si è riferito al manifesto dell’Anpi appeso sotto il loggiato dove sono riportate le iniziative collaterali al 25 aprile e un dettaglio della giornata odierna. Polemica subito smorzata da Eleonora Camerucci dell’Anpi di Jesi: «Il manifesto ufficiale del 25 aprile è quello del Comune che riporta tutto. Il nostro è relativo alla mostra (in corso a Palazzo dei Convegni, ndr) che non abbiamo potuto mettere sull’altro per una tardiva organizzazione. Nel nostro abbiamo solo riepilogato le tappe di oggi. Tutto questo era in accordo con il Comitato per la difesa delle Istituzioni Democratiche, cui hanno partecipato anche esponenti della maggioranza cittadina».

(e.d.)

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