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Jesi Il partigiano Eraclio, storie della Resistenza

La presentazione del libro ha dato il via agli eventi per la celebrazione del 25 aprile, circa 300 gli jesini riconosciuti come partigiani

di Tiziana Fenucci

Jesi, 5 aprile 2023 – «Con la presentazione del libro Il partigiano Eraclio, scritto da Vittorio Graziosi, prendono ufficialmente il via gli eventi per la celebrazione della Festa della Liberazione del 25 aprile», ha sottolineato l’assessore Luca Brecciaroli.

L’iniziativa tenutasi nel fine settimana scorso a Palazzo dei Convegni e promossa dall‘Associazione nazionale partigiani d’ItaliaAnpi – e dal Comune di Jesi, è stata l’occasione per commemorare i tanti partigiani jesini, tra cui Eraclio Cappannini, «che hanno sacrificato la vita per la patria, in nome della libertà e della democrazia», ha rimarcato il consigliere comunale del Pd, Filippo Bartolucci.

Palazzo dei Convegni

Alla presentazione sono intervenuti oltre all’assessore alla cultura e alla memoria storica, Luca Brecciaroli e al consigliere comunale Filippo Bartolucci, la presidente provinciale Anpi Ancona, Nicia Pagnani, la presidente di Anpi Jesi, Rosalba Cesini, l’autore del libro, Vittorio Graziosi, nipote del partigiano Eraclio.

Presenti in sala anche diversi parenti e nipoti dei partigiani jesini che hanno vissuto la Resistenza, tra cui Tiziana Bitocchi, nipote di Eraclio e Maria Grazia Cappannini, l’ultima sorella vivente di Eraclio.

Il consigliere Filippo Bartolucci

«Una Resistenza caratterizzata dalla spontaneità della lotta e dallo sforzo consapevole di chi l’ha vissuta – ha detto Filippo Bartolucci nell’intervento di presentazione -. La storia del partigiano Eraclio racconta momenti importanti della Resistenza nel nostro territorio come l’eccidio di Monte Sant’Angelo, in cui i soldati tedeschi diedero l’assalto al rifugio dei partigiani. Il grande merito dell’autore è di essere riuscito a dare vita a un racconto in mezzo alla tragedia».

La storia del partigiano Eraclio, infatti, è frutto delle testimonianze raccolte in famiglia, «ricostruzioni ottenute da confronti e verifiche, sui vissuti di chi insieme a lui era in quel periodo nevrotico e di paura – ha spiegato Vittorio Graziosi -, che li teneva in continuo stato d’allerta, in particolare la testimonianza del fratello Nando, che più da vicino ha seguito le vicende del partigiano».

«Eraclio nella nostra famiglia è stato sempre considerato un mito, un supereroe che come tale poteva sembrare irraggiungibile. Ricostruire la sua storia invece mi ha permesso di conoscere la persona, riscoprire la sua umanità, la fragilità e le paure di un ragazzo di 20 anni che aveva studiato per diventare perito industriale, che aveva sogni e ambizioni e che la guerra ha portato a fare scelte molto coraggiose, come quella di spendere la sua vita per un ideale patriottico. Ecco questo è un eroe più umano, che possiamo prendere a esempio come modello di comportamento».

Circa 300 sono gli jesini riconosciuti come partigiani, ha spiegato Rosalba Cesini, presidente di Anpi Jesi, il 10 per cento di loro non ce l’ha fatta a sopravvivere in seguito a rappresaglie o uccisioni.

Filippo Bartolucci, Rosalba Cesini, Vittorio Graziosi, Luca Brecciaroli

«Giovani che hanno fatto una scelta morale importante, testimoni di una dignità ritrovata, attraverso la Resistenza, quella che era andata perduta con la paura della guerra, della sopraffazione del nemico. Eraclio era un ragazzo che non voleva fare del male a nessuno e sperava in un mondo migliore. Eppure dopo mesi di espedienti per scappare e nascondersi, decise di fare qualcosa in più per la sua famiglia e per la patria, entrando a far parte del gruppo dei partigiani».

Scrive Eraclio nella lettera rivolta ai familiari poche ore prima della fucilazione: «(…) Il mio ultimo pensiero sarà rivolto a voi e alla mia, alla nostra cara Patria, che tanti sacrifici chiede ai suoi figli (…) siate forti come lo sono stato io».

Sono queste le parole del 20enne catturato dai  tedeschi, dopo l’assalto a Monte Sant’Angelo, e giustiziato il 5 maggio del ‘44 sotto le mura di Arcevia, insieme ad altri 4 compagni partigiani: Giuseppe Latieri, Giuseppe Milletti, Marino Patrignani e Dealdo Scipioni.

L’assessore Luca Brecciaroli ha approfittato per ricordare la recente inaugurazione della teca realizzata presso la biblioteca La Salara di Palazzo della Signoria, con i cimeli del partigiano Eraclio, tra cui la divisa che indossava al momento della fucilazione, la medaglia d’argento al valore militare, la sua carta d’identità, ringraziando per l’ultimo oggetto regalato dalla famiglia: la lettera di don Ezio Balestra, parroco della chiesa di Santa Mara del Piano.

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