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Cronaca

JESI MANCA PERSONALE: I PARENTI IN LUTTO APRONO E CHIUDONO L’OBITORIO

obitorio jesi

Succede in questi giorni presso la sala mortuaria dell’ospedale “Carlo Urbani”: bisogna lasciare un documento e ritirare le chiavi

JESI, 2 luglio 2019 Manca il personale e la camera mortuaria devono tenerla aperta i parenti del defunto. Incredibile ma vero, la segnalazione di una nostra lettrice viene confermata dal personale dell’ospedale “Carlo Urbani. Tra i tanti problemi che assillano la nostra stuttura sanitaria cittadina non potevamo farci mancare anche questo.

I parenti dei defunti devono lasciare la carta di identità in segreteria e ritirare le chiavi. Possono, quindi, recarsi ad aprire la sala e, la sera, passare a chiudere tutto. Una volta arrivato l’orario di chiusura, si possono riconsegnare le chiavi e recuperare i documenti.

Insomma, chi si reca al nosocomio per stringersi al dolore di un parente o di un amico, o per vegliare un caro che non c’è più, si ritrova anche a dover aprire e chiudere la sala mortuaria: una doppia veste sicuramente non consona al momento che si sta attraversando.

«Accade la sera e nei festivi per mancanza di personale – conferma Pasquale Liguori del Tribunale per i diritti del Malato -. Questa vergogna va avanti da domenica scorsa. Il timore è che un evento provvisorio possa diventare definitivo. I parenti dei defunti non sono i portieri delle sale. Noi crediamo che abbiamo toccato il fondo della vergogna».

Liguori anche in passato aveva segnalato alcune criticità a riguardo (leggi l’articolo): «Mancano i necrofori, gli addetti che devono provvedere, tra le altre cose, a trasportare le salme dal reparto all’obitorio. La conseguenza è che se un decesso avviene di sera, la salma potrebbe dover restare in reparto per troppe ore». Lo stesso Liguori si è rivolto al nuovo Direttore dell’Asur Area Vasta 2: «Abbiamo chiesto  di intervenire immediatamente per dare disposizioni chiare ai reparti, in modo tale che in caso di decesso in ore notturne (non essendoci le necrofore in numero sufficiente a garantire i turni) l’unità interessata deve obbligatoriamente contattare il reperibile della Direzione affinchè questo si attivi subito per individuare una figura per il trasferimento della salma in obitorio. Non si può più tollerare che un paziente deceduto resti al fianco di un altro paziente anche per dodici ore con tutte le conseguenze del caso».

In tema di carenze, purtroppo, all’ospedale cittadino se ne scopre sempre una nuova a fronte di tante eccellenze che pure ci sono. Il problema, evidentemente, sta nel manico, in chi governa e dirige la nostra sanità pubblica dal centro come in periferia, troppo spesso svenduta al privato e territorio di caccia di ambite carriere.

(e.d. – p.n.)

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