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Cronaca

VERTENZA ELICA L’azienda: «Continua la disponibilità al dialogo»

Elica si dichiara pronta ad un ampio approfondimento sia sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico che su quello della Regione Marche

FABRIANO, 15 Giugno 2021 – Dopo la presa di posizione dei sindacati e del presidente Acquaroli a margine dell’incontro di ieri, anche Elica analizza il faccia a faccia di ieri ribadendo la propria disponibiltà al dialogo.

Ma nel ribadire questo punto c’è una presa di posizione «Nonostante questa disponibilità – spiega l’azienda in una nota stampa – non si è potuti arrivare ad un vero e proprio confronto di merito in quanto, sin da subito, i sindacati si sono dimostrati fermamente convinti che l’oggetto della discussione non poteva essere trattato in sede regionale ma necessariamente a livello nazionale».

«Elica – prosegue la nota – ha ribadito di essere disponibile al dialogo e pronta ad un ampio approfondimento con le parti sociali sia presso il tavolo della Regione Marche che con il Ministero dello Sviluppo Economico».

Mise ipotizzato anche dallo stesso Acquaroli, come commentato nella giornata di ieri: «Il dialogo tra le parti prosegue al tavolo nazionale, al fine di coinvolgere anche il Ministero dello Sviluppo in una vertenza così importante. Sarebbe stato forse utile andare al Tavolo nazionale con una forte connotazione di contenuti, ma non è stato possibile. L’importante però è che il dialogo e la discussione continuino».

Nella nota di oggi l’ azienda ha confermato la volontà a rivedere profondamente il piano industriale, “Purché tale rivisitazione garantisca i presupposti dello stesso, e quindi riesca afavorire un futuro competitivo a tutto il gruppo”.

«Il dialogo può proseguire a partire dalle misure necessarie per mantenere il lavoro in Italia – continua la nota della multinazionale fabrianese – riducendo il numero degli esuberi e successivamente dialogando su tutti gli strumenti utili a gestire le ricadute sociali».

Proposta da Elica l’individuazione delle categorie di prodotto che “Grazie all’elevata specializzazione e qualità della manodopera, potrebbero continuare ad uscire dalle linee di produzione italiane, con l’obiettivo di ridurre l’impatto occupazionale del piano”.

Siamo pronti a mettere in discussione il modello organizzativo dello stabilimento di Mergo – si conclude la nota – per cercare di individuare forme di flessibilità dell’orario di lavoro con criteri, modalità e soggetti interessati che potranno essere individuati di concerto con le Organizzazioni Sindacali. Accanto a queste misure, che l’azienda considera prioritarie, ci si potrà poi confrontare su strumenti atti a gestire l’impatto sociale quali la diversificazione industriale del sito di Cerreto, le incentivazioni all’uscita e i prepensionamenti».

(Redazione)

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