Attualità
JESI “Piccolo sonno”: il libro impreziosito da “Nina”
5 Maggio 2020
Il racconto di Alessandro Riccioni con il contributo dell’illustratrice jesina Francesca Ballarini
JESI, 5 maggio 2020 – Dall’incontro tra Alessandro Riccioni, premio Rodari 2018, e l’illustratrice jesina Francesca Ballarini nasce Piccolo sonno.
Albo illustrato di LupoGuido Editore per bambini dai 6 anni in su, per tutti, come tutte le cose belle e preziose.
Francesca Ballarini, Nina, è nata a Jesi nel 1982 (foto in primo piano). Ha studiato comunicazione visiva all’Isia di Urbino e nel 2005 ha presentato una tesi sulle Favole di Leonardo Da Vinci, progetto selezionato al Premio delle Arti di Roma.
Alessandro Riccioni è nato a Lizzano in Belvedere, provincia di Bologna, ha studiato lingue straniere all’Università di Bologna, autore di numerosi testi, questa volta non scrive poesie e filastrocche ma un racconto impreziosito con le illustrazioni di Nina.
Nina, quando è “arrivata” questa storia?
«L’invito di LupoGuido mi ha colto di sorpresa e di brivido l’estate scorsa: non ho mai illustrato libri per ragazzi e ho sempre creduto di non avere un segno adatto per questa fascia di età».
Che storia è “Piccolo sonno”?
«È una storia speciale, perché sembra parli di morte e invece parla d’amore, e noi “adulti” abbiamo così paura di cose che crediamo possano essere difficili per i bambini, e invece in realtà lo sono solo per noi. A volte, siamo noi a metterci filtri e scappare da certi tabù, e del loro sguardo invece dovremmo riappropriarci per vedere la meraviglia in ogni cosa. Questo libro parla della grazia, quella cosa importante e infinita, che fa cambiare il proprio destino, come mostrerà il protagonista, il signor Giuseppe con la sua storia».
Che lavoro hai fatto per questo libro?
«Un lavoro d’inchiostri colorati, matite, inquadrature e possibilità di scelta; lavorando molto con l’illustrazione per progetti di comunicazione più disparati, ogni tavola illustrata per Piccolo sonno l’ho letta e trattata come un manifesto: fatta di equilibri, complementarietà, macchie e tanto bianco. I colori si stagliano liberi, come dentro a un sogno, di pochi contorni, sfumati, che spingono verso l’infinito. Il bianco amplifica, il bianco della purezza del pensiero».
«Una mattina d’estate, il signor Giuseppe si è appena seduto sulla solita panchina quando sente un fruscio tra i cespugli e il tipico soffiare dei gatti arrabbiati – si legge nell’anteprima del libro, in vendita in libreria -. Si gira e vede un grosso gatto tigrato che punta, minaccioso, un uccellino nero. Ma è solo dopo averlo salvato che Giuseppe scopre che si tratta dell’uccellino della morte, venuto a dargli la grande notizia. La gentilezza di Giuseppe ha la forza di cambiare il suo destino, modificando l’annuncio funesto nell’occasione della vita: quella di rivedere sua moglie».
Eleonora Dottori
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